Già qualche mese fa il governo aveva preso una posizione suicida contrastando una proposta Europea per limitare le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. Adesso, nel cosiddetto decreto "anti-crisi", c'è una norma che taglia in modo sensibile i fondi stanziati da un legge del 2006 che prevede una detrazione del 55% dalla dichiarazione dei redditi delle spese per montare pannelli solari, installare infissi isolanti o cambiare la caldaia ad alto consumo con una più efficiente.In sostanza, prima era possibile migliorare l'efficienza energetica (e diminuire l'emissione di contaminanti) ricevendo un sostanziale contributo da parte dello Stato, adesso invece le richieste saranno sottoposte a un pesante iter burocratico e vengono fissati limiti di spesa complessiva che consentiranno gli sgravi solo a un progetto su quattro. Non è comprensibile questo tipo di limitazione a un provvedimento che, in due anni dalla sua entrata in vigore, aveva permesso più di 200 mila interventi, tra aziende e privati, con ricadute importanti sui consumi di energia, sulla riduzione delle emissioni inquinanti, sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Ne parla
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