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Washington, 20 Gennaio


Davanti a una folla di più di due milioni di persone, con un discorso che ha coniugato etica della responsabilità, analisi realista della crisi attuale e la riproposizione di un programma innovativo (investire sulle energie rinnovabili, sull'istruzione, sulla salute, sulle infrastrutture, su internet a banda larga), oggi ha giurato il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. E' stato un discorso appassionato, consapevole delle grandi  difficoltà da affrontare, aperto al confronto con altre culture e con altri paesi. Uno dei passaggi essenziali ha riguardato i nuovi rapporti con l'Islam:"Al mondo islamico diciamo di voler cercare una nuova via di progresso, basato sull’interesse comune e sul reciproco rispetto. A quei dirigenti nel mondo che cercano di seminare la discordia, o di scaricare sull’Occidente la colpa dei mali delle loro società, diciamo: sappiate che il vostro popolo vi giudicherà in base a ciò che siete in grado di costruire, non di distruggere. A coloro che si aggrappano al potere grazie alla corruzione, all’inganno, alla repressione del dissenso, diciamo: sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia; ma che siamo disposti a tendere la mano se sarete disposti a sciogliere il pugno".Un altro tema di enorme rilevanza simbolica è stato il riferimento al passato di discriminazioni che la comunità afro americana ha dovuto subire e che l'elezione del primo Presidente Afro-Americano nella storia degli U.S.A. ha, in qualche modo sanato:"Mio padre, 60 anni fa, non poteva entrare in un ristorante..."Il nuovo Presidente ha ostacoli formidabili da superare: una crisi economica e finanziaria senza precedenti negli ultimi 50 anni, scenari di crisi e di guerra alimentati dal suo predecessore o dimenticati dall'Occidente, il problema del conflitto ormai sessantennale tra Israele e i Palestinesi.Se c'è una persona che può dare una risposta positiva a questo viluppo quasi inestricabile di problemi, questa persona è lui, e non a dispetto delle aspettative che ha creato, ma grazie al supporto di un movimento che ha saputo creare  e che lo supporta per ciò che dice, per ciò che è e per ciò che muove.Il mondo intero aveva necessità di un leader politico che mettesse al centro del proprio programma la speranza e il cambiamento. Parole che non sono vuote, ma che indicano direzioni di marcia da realizzare con l'impegno di milioni di persone che si riconoscono in quell'orizzonte ideale.Oggi a Washington si è vissuta una giornata importante, e non solo per gli U.S.A., una giornata che mi ha riavvicinato a un paese verso cui ho spesso provato diffidenza e ostilità.Buon lavoro, Presidente.Writer