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Villa Evi, Halki


 
(vista dal balcone di  Villa Evi) L'isola di Halki è una sinfonia policroma di case e costruzioni a un piano disposte intorno a una baia semicircolare. Montagne brulle ne percorrono la lunghezza, rilievi montuosi ondulati e imponenti che strapiombano verso il Mediterraneo.  Un mare le cui sfumature richiamano i colori delle case collocate ad anfiteatro lungo il contorno della baia; un mare fresco, trasparente, luminoso su cui la luna nascente proietta strisce di luce arancione o gialle che sembrano danzare in spirali marine. Halki, un'isola piena di grazia in cui anche le numerose case abbandonate o in rovina sembrano disegnare una coreografia di pace e di quiete.   Dal balcone del living di Villa Evi, la splendida abitazione che abbiamo preso in affitto,  una casetta a due piani colma di dettagli armonici e belli, si scorge un campanile -forse bizantino, forse romanico, chi lo sa- che svetta sulla città e che segna perpetuamente nel suo orologio antico le 4:20 -difficile sapere se si tratta della mattina o del pomeriggio-; un tratto del porto su cui si affacciano alcuni ristoranti, i rilievi frastagliati della costa, isolotti vicini che affiorano dal mare come grandi pesci di pietra, il profilo imponente della costa ovest dell'isola di Rodi, a dieci chilometri di distanza. Al calare della sera il paesaggio assume caratteristiche fiabesche: la luce declinante oscura i dettagli ed esalta le masse, i contorni delle forme, mentre un chiarore rosato avvolge il mare, le montagne, il profilo delle isole.  Al mattino, invece, una luce crudele batte sulle facciate gialle, ocra, verdi, rosa, azzurre delle case e provoca bagliori che abbacinano la retina obbligando il passante a proteggersi all'ombra delle stradine che si inerpicano dal porto verso l'entroterra o sotto ombrelloni disposti fino a quasi lambire il mare. Halki, un luogo di suggestioni, di serenità, una meta finalmente raggiunta, un luogo da iscrivere nella memoria.  
(visione parziale del porto di Halki)