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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.
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Il gioco narrativo "Incipit" stra riscuotendo un'adesione superiore alle mie aspettative. Nel giro di 8 giorni, hanno aderito ben 46 bloggers e sono stati pubblicati 40 racconti. Mi sorprende sempre la partecipazione convinta ed entusiasta di blog conosciuti e sconosciuti, come se il gioco fosse un'occasione per dare una festa (virtuale, ma allegra e animata), un modo per interagire e per conoscersi intorno a un tema, a un oggetto che cambia di volta in volta (la mia città, come eravamo, storia d'amore, questi i temi dei giochi precedenti), ma che produce sempre nuovi scambi e nuove condivisioni.
Sui temi trattati non voglio dire quasi nulla, aspetto che si completi l'inserimento dei racconti, ma posso anticipare che gli argomenti sono stati molto eterogenei e che l'incipit è stato declinato nei modi più vari e fantasiosi.
La qualità letteraria mi è parsa buona (e non era affatto scontato, visto che l'incipit prestabilito limita un po' la libertà del narratore), in alcuni casi eccellente e degna, a mio giudizio, di una pubblicazione su carta.
Qualche indicazione sulla fase successiva, quella della segnalazione dei racconti preferiti. Anche questo è un gioco, non prendetelo come una "gara" o un "concorso letterario". Alcune regole per rendere il gioco equilibrato:
A. Ciascun partecipante al gioco può segnalare i tre racconti che ha gradito di più (escludendo il proprio)
B. I partecipanti, per poter esprimere un giudizio equilibrato, dovranno aver pubblicato un racconto e letto la maggioranza dei racconti pubblicati. Non vale, per essere chiari, leggere tre racconti di amici e votare per quelli.
C. Le preferenze andranno espresse qui i giorni Martedi 17 e Mercoledì 18 febbraio. Alle 24 del 18 febbraio, si tirano le somme.
D. I premi per i tre autori che risulteranno maggiormente segnalati saranno:
Al primo classificato: (oltre ai complimenti dei partecipanti) due libri con dedica personale dell'autore ("I racconti del ripostiglio" e "Diecimila e cento giorni").
Al secondo e terzo classificato: (oltre ai complimenti dei partecipanti) un libro con dedica personale dell'autore ("I racconti del ripostiglio")
Speriamo che chi vinca non ce li abbia già: in questo caso ne può far dono a fidanzati/e, mogli, mariti, figli, fratelli, ecc, ecc :-)
In questo post, potete lasciare commenti sul gioco e sulla fase del "concorso".
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IL MIO ROMANZO
CLAUDIO MARTINI
"DIECIMILA E CENTO GIORNI"
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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)
LA RECENSIONE
DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO
Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.
E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.
Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.
Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.
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