Un punto..
E poi a delimitarlo un cerchio..
E ci sto dentro.. Dal punto proietto due rette a toccare il perimetro del mio universo..
E mi fermo.. Proseguo oltre lo spazio delimitato, e il bianco del piano adesso, attraverso.. A guardarlo sembravo in piedi con le braccia aperte ad accoglierti.. Ma di fronte a me c’è il vuoto.. Allora esco..
E minuscoli punti adesso si susseguonoognuno con le sue due rette, ma stavolta invisibili..
Perché a correre incontro al nientenon serve avere braccia tese.. Servono gambe a percorrerlo tutto,girando intorno al perimetro che diventa raggiera..
E riempire lo spazio infinito di unpunto che avanza di un punto,che diventa un disegno dove primaun disegno non c’era....
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