Altrove

22,43


Disegnare mi ha aiutata a scacciare la sensazione di frustrazione per essere arrivata 113esima alla preselezione. Sto ragionando come la piccolo borghese che non voglio essere. Mi girano in testa parola chiave: fallita, mediocre, neanche tra i primi 100.Questo pensiero così perfettamente competitivo mi ha appannato la giornata, e forse lo farà con quelle a venire.Così ho sentito il bisogno di esorcizzarlo con l'unica cosa, insieme alla fotografia, che potesse strapparmi alla gara del miglior risultato, all'arrivare prima e meglio, non essere nel fanalino di coda nella corsa alla scalata sociale, e tutte queste stronzate che io per prima detesto ma che evidentemente sono penetrate comunque nel mio modo di pensare.Ora rimane da studiare per l'altro concorso, quello per un posto meno prestigioso, stavolta con molta meno fiducia in me. E una lieve inquietudine inizia a farsi largo: quando avrò finito con i  concorsi, chiusa per il momento quella possibilità cariche di speranze, che farò, dovrò arrendermi e rassegnarmi a tenermi questo lavoro?Credo che debba sforzarmi di capire che non c'è nulla da temere. Se al termine delle selezioni io non sarò passata, quello sarà il momento della confusione, sì, ma anche della possibilità per gettare semi di nuove cose da fare, come quel corso di fotografia di concerti in primavera e come il volontariato al FAI.Ma ora sono qui, nello sconforto totale, reso soltanto meno amaro dalla valigetta delle matite.L'ho sempre pensato: la creatività è una di quelle cose che possono salvare la vita.