Altrove

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Io credo che l'Italia sia diventata un bel posto popolato da brutta gente. E non lo penso da oggi.Da tempo vedo crescere questo sentimento di intolleranza, di godimento nell'insulto, mai utile e costruttivo.L'ho visto in sconosciuti di Facebook, riportato dai giornali, tra i colleghi, fortunatamente di rado tra gli amici.Il loro stare al mondo è sbraitare. Avere altri contro cui sfogare la propria frustrazione e la propria cieca rabbia.Quasi mai sono persone colte, profonde e interessanti. Di rado sanno costruire una frase sintatticamente corretta (e oggi in Italia quasi nessuno è scusato: alla scuola dell'obbligo ci andiamo tutti). Di rado approfondiscono le cose. Delicatezza e grazia manca loro. Solo che non lo sanno: convinti di avere il verbo in tasca (e quindi decretando una volta di più la loro ignoranza e nulla empatia), gettano semi di odio e disprezzo a destra e a manca.Qualche post fa scrivevo che non mi interessa la simpatia. Già. Quel che conta è l'empatia: avere quella sensibilità che come una bussola ci fa sentire com'è giusto comportarsi per evitare di ferire, non dico i nostri cari, con cui è troppo complicato, ma il prossimo, lo sconosciuto. Lì è più semplice: bastano poche regole di delicatezza e buon comportamento. Basta l'elementare concetto che non tutto quel che non ci piace deve essere demolito perché ci dà fastidio. Io l'ho imparato all'asilo. Pure perché poi spesso scopri che semplicemente non ti piace quel che non capisci. Ma questo è un altro argomento...Ecco, a me sti odiatori fanno tristezza perché stanno infestando le giornate di chi ogni giorno si sforza di non riversare frustrazioni e delusioni sugli altri, e tenta di inventarsi un modo per essere sereno senza calpestare il prossimo.E la cosa che mi fa rabbia è che in buona parte gli haters sono persone peggiori di quelle odiate. Spesso è gente immobile che dà addosso a chi si dà da fare.L'elettore che non compra un quotidiano  al partito. Il politucolo mai eletto a chi sta al governo. Il disoccupato che non cerca lavoro all'immigrato che lavora 16 ore al giorno in nero. Il tizio col profilo sgrammaticato e senza blog al blogger. L'ascoltatore, che suona giusto il campanello di casa, al musicista. Credo che gli esempi sarebbero molti, ma il concetto è: io puro e duro non faccio ma mi arrogo il diritto di dare addosso a te che fai.Per citare Calenda, con questa gentaglia io non parlo.