Altrove

18,23


Piano piano i fumi dell'infatuazione (ancora ben presente, eh!, ma non alimentata) si stanno dissolvendo, concedendomi un minimo di lucidità.Poco fa attraversando il corridoio maschio-popolato dell'ufficio con la mia solita andatura da scugnizza-maschiaccia-marlon brando e rispondendo da strafottente alle battute del ragazzino tipo che mi stuzzica, ho capito una cosa. O almeno credo di averla capita.Mi prendo per l'uomo che sa togliermi questa maschera da dura e che sa farmi sentire femminile e donna, portando alla luce cose che ho in me e che per anni rimangono sepolte sotto la mia maschera: un'appassionata dolcezza.Tornare alla mia vita finta mi ammazza. Uno dei ragazzi, che so dire in giro che vorrebbe tanto rivoltarmi come un calzino, per intenderci, ogni tanto cerca di stuzzicarmi dicendomi che io in realtà sono lesbica. Ecco, è così che appaio nella vita di tutti i giorni. Ma questa non sono io.Quando arriva un uomo, in genere conosciuto scrivendoci (perché se lo incontrassi al lavoro difficilmente andrebbe oltre la maschera) e riesce a mettermi al mio posto, ecco, io mi sento io. Felice.