Altrove

Metti gli Area a colazione


 Il bello della domenica mattina è che in genere posso permettermi il lusso di fare colazione lentamente leggendo il quotidiano, di solito mai fresco di giornata, anzi direi che il più delle volte bello datato: a me piace leggerlo tutto, pagine economiche e sport escluse ché proprio mi annoiano e il mio cervello smette di mandare impulsi elettrici. Così prima di arrivare alle ultimissime pagine della sezione locale, comprensive delle mail dei lettori che si lamentano per qualche problema del loro quartiere, be', posso metterci pure settimane. Ma che importa del tempo? Anzi, è spesso proprio non averne che porta a riflettere un secondo su un argomento che viene istantaneamente superato da quello cronologicamente successivo senza che la riflessione possa farsi profonda.Ma sto divagando.Stamattina ero al fanalino di coda delLa Repubblica, spettacoli milanesi, una bella intervista, in occasione di un suo concerto a Milano, a Patrizio Fariselli, ex tastierista degli storici Area.E pensavo che io proprio fatico a digerire il rock prog.Nel cruscotto della mia macchina conservo ancora gelosamente il cd (con copertina home made inchiostrata di suo pugno) che mi aveva fatto un mio caro ex fidanzato, nella speranza di rendermi edotta sul rock progressive italiano. E chiaramente c'erano gli Area. Chè non sono mai riuscita a fissarmi in testa il titolo del loro album più famoso, quello strano, quel ...Macht Frei...ogni volta mi perdo la prima parola: Arb..? Ma che ne so...Negli anni ho provato più volte (ok, non poi così spesso e non con così tanta convinzione) ad avvicinarmi al genere, ma senza risultati apprezzabili, e insomma mi sono convinta che il rock prog è per i musicisti, quelli bravi davvero. Non solo, è per i musicisti con una gran cultura musicale e teorica.Capita che ci siano semplici estimatori di musica che non hanno mai preso in mano uno strumento che amino il prog, ma sono eccezioni, perché senza il retroterra culturale giusto è estremamente difficile da capire e quindi da apprezzare (perché siamo d'accordo che è più semplice apprezzare quel che si capisce, giusto?): è un genere che se ne frega delle regole melodiche che acchiappano l'orecchio; del resto se vuoi sperimentare (e il rock prog era per definizione sperimentale) degli gettare il sasso più in là, provando a battere strade nuove. E pure questo bisogna considerare: spesso si tratta di onorevoli tentativi. Quindi non necessariamente tutti riusciti. Eppure non mi è mai passato per la testa di pensare che sia brutta musica. Mai! Se i musicisti che io venero si inchinano davanti agli Area, io che musicista non sono mi faccio un bagno di umiltà e capisco che il limite è mio: non è il progressive a fare schifo, ma sono io a non capirlo (ancora, sono ottimista).In fondo soltanto due mesi fa, quando mi ero messa in testa di iniziare a fare meditazione, mi pareva impossibile stare ferma immobile sul mio respiro per cinque minuti, chiedendomi come avrei mai potuto fare come altri che ci si dedicano per mezz'ora. Ci avevo provato di tanto in tanto negli anni, ma mollando subito per la poca convinzione. Ma evidentemente questa volta ero più convinta, e proprio questa mattina, voilà, ho raggiunto i 20 minuti senza quasi accorgermene. Non mi stupirei se la comprensione del rock progressive fosse qualcosa di simile: a volte perché si verifichi l'incontro giusto serve anche che ci sia la disposizione d'animo giusta, altrimenti l'incontro non riesce anche se tra due soggetti perfettamente compatibili.Capito o meno dalla massa, intanto da qualche anno Demetrio Stratos ha la sua via intitolata, ed io, almeno questa sì, mi ascolto felice Gioia e Rivoluzione, una delle canzoni di più semplice presa degli Area. E cavolo, se un gruppo produce una cosa del genere c'è solo da pensare che sia grandioso!