Altrove

13,11


Sono giorni relativamente tranquilli in ufficio. In questa parte dell'anno solitamente i clienti si occupano di portare a conclusione il lavoro dell'anno che sta andando a terminare, senza assegnarne di ulteriore. Ma non è tutto riducibile a questo stavolta: sto pian piano mollando il timone del mio ruolo ad altri e iniziando a lavorare nelle retrovie, meno esposta. Mi sto perfino togliendo il gusto di occuparmi dei miei compiti ascoltando musica.E pensavo una cosa, banale, banalissima: è vero che quando senti minacciata la salute il resto passa in secondo piano. Negli ultimi mesi ho patito (spero di poter parlare al passato) il fumo di sigaretta passivo in casa mia, proveniente dalla nuova condomina del piano di sotto che usa fumare in balcone. Stavo malissimo: colazione al sapore di fumo, yoga al sapore di fumo, film sul divano al sapore di fumo. Neppure parlarle pareva fosse servito a qualcosa.E vi giuro che nell'ansia di trovare una soluzione non mi importava di altro: non fare il lavoro dei miei sogni, lo stronzo che mi spezzò il cuore e che non ha più voluto saperne di me, le brighe coi colleghi...NIENTE! Desideravo solo non respirare più aria tossica in casa mia.Al momento, a seguito di una mia missiva, è tregua. Spero continui così.E intanto oggi vedo il mondo con degli occhialini rosa, forse pure perché il mio collega di fianco si è messo un'inaspettata felpa rosa oggi. Pappa-time.