Altrove

11,36


Mi sento rassicurata dopo un fine settimana leggermente inquieto.Mi sentivo diversa, in termini di ricettività sensoriale, rispetto a come mi ero sentita  dall'inizio di questa mezza convivenza con la mia famiglia. Temevo di tornare quella di prima, tutta ragione, ansie per il futuro, iperattività. La milanese imbruttita che "fa cose, vede gente", che cerca stimoli continui salvo essere sempre insoddisfatta, iper-razionale, o come direbbe la mia psycho "troppo cognitiva". La me di prima che non sentiva niente, eccetto rabbia e frustrazione.Ne parlavo ieri con una mia cara amica, finalmente di persona! La prima volta dopo mesi che vedevo una persona cara oltre la mia famiglia stretta. Credevo di essere sola in questo. Invece anche lei non vuole saperne di tornare alla vita di prima, a quella normalità cui, a sentire la tv, sembra che aneliamo tutti. Io, lei, chissà quanti, non vogliamo la vita di prima, ma una vita nuova che faccia tesoro delle scoperte forzate dell lockdown. Tornare a stare insieme ma senza riempire l'agenda, senza correre, senza fame compulsiva di esperienze e cose, conservando l'uovo di colombo che ci si è rivelato in questi mesi: la bellezza del tempo lento per noi.Ne abbiamo discusso nel corso di una passeggiata tra i campi, col suo cane al seguito e, sinceramente troppa troppa gente in gruppo. Con mia sorpresa ho liquidato con lei l'argomento F. in un dieci minuti. Non di più. Lei è convinta che le nostre esistenze siano cicliche e che certi lati oscuri che ci appartengono difficilmente vengano rimossi nel profondo. Insomma, a sentir lei la nuova fidanzata prima o poi avrà con lui gli stessi problemi che avevo avuto io. Crede che sia un uomo affascinante sì, ma autoreferenziale: non cambia se stesso. Piuttosto cambia ragazza. Fine del discorso con lei.In uno dei fazzoletti di terra che abbiamo attraversato, punteggiato di balle di fieno, ho individuato lo scenario perfetto per un servizio fotografico per me e mia sorella. Mi ha entusiasmato molto quella vista, e spero di poterci andare con lei settimana  prossima, armate di bei vestiti e un telo da stendere sul prato.E la mia paura di stare tornando arida? Lo capivo anche dal mutare dei miei sogni notturni: non più moti dell'animo ma nuovamente preoccupazioni di tipo pratico, grigia quotidianità. Lo capivo dal ritorno delle piccole liti in famiglia.Ce l'ho ancora quel timore, perché nel fine settimana, prima volta  dall'inizio della mia crisi, non avevo né scritto né disegnato. Nulla.Qual è il modo migliore per far passare una paura? Affrontarla.Stamattina, con poca ispirazione, ho acceso il pc e aperto il file della storia che sto scrivendo. E semplicemente ho scritto. Le parole venivano. Ne sono contenta.