Altrove

Poveri Duran Duran


Sono in giro in un'imprecisata amena località turistica italiana quando incontro i Duran Duran che hanno alle spalle i 30 e passa anni di carriera che sappiamo ma hanno l'aspetto di quando erano all'apice della carriera. Insomma, John Taylor è il figo spaziale che ricordavo. Io li raggiungo  e da fan  gli faccio tanti complimenti. Gli altri componenti restano sullo sfondo del sogno, perché io d'istinto mi attacco come una cozza a John, che con molta pazienza sopporta mentre gli altri se la ridono. Non contenta della seccatura che gli sto cagionando, come avesse bisogno di una dose di autostima, di cui non ha chiaramente bisogno, inizio un monologo, che a dire il vero ogni tanto sfodero quando si parla di musica, in cui gli spiego come lui sia uno dei migliori bassisti del mondo. Faccio l'esempio (se appresi una volta ascoltando un programma radiofonico) di Rio "vedi, quel passo rivela abilità di bassista notevoli e bla bla...". Lui mi guarda a metà tra il perplesso e il "come me ne libero senza fare lo stronzo?". E avverto che sta pensando pure "davvero questa, dopo 30 anni di carriera e tour in tutto il mondo" mi sta spiegando perché sono un bravo musicista? Gli altri componenti del gruppo trattengono a stento le risate.Durante la giornata li incontro per caso un'altra volta: sull'autobus del ritorno in città. Io li chiamo come fossimo diventati amici. Li invito a seguirmi in cerca di 5 posti vicini, dando per scontato che faremo il viaggio insieme. I loro sguardi invece rivelano una rassegnazione che io ignoro bellamente. Ci sediamo in fondo ma loro si mettono comunque sparpagliati senza occupare i posti liberi più vicini a me. John, oggetto prediletto delle mie attenzioni (povero Simon, alla faccia del film), è sull'ultima fila. Io nella penultima. Ci sarebbe stato un posto libero se un ragazzino avesse avuto la gentilezza di sedersi accanto ai  suoi amici liberando il posto mio... Dopo qualche mia occhiata inviperita (penso "non capisci che l'educazione vorrebbe che lasciassi vicine due persone salite sul bus INSIEME???) sento il ragazzino mormorare ai suoi amici "cambio posto chè non sopporto sta rompipalle". Io, felice, mi metto accanto a John, non prima di essermi fatta sentire dal ragazzino "stronzo!". John è visibilmente a disagio, gli altri continuano a ridersela, io attacco a monologare come niente fosse mentre l'autobus lascia Venezia (e basta!) che però ha le sembianze di altri luoghi d'acqua: stiamo percorrendo tornanti che danno su un mare o su un lago dalla bella acqua blu. Non siamo in pianura. Al termine del viaggio ci salutiamo ma io li ribecco in metropolitana e li chiamo di nuovo avvicinandomi.Poi, fortuna loro, mi sveglio.