Altrove

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La vedevo per gradi e coinvolgimento.Non potevo immaginare la mia vita senza mamma e papà. Così non pensavo ad altro che alla loro guarigione.Ora papà è a casa. Mamma, se continua così lo sarà settimana prossima.La mia mente dava per scontato che sarebbe tornato a casa anche lo zio ma a quanto pare non sarà così. I medici si sono arresi ed io realizzo soltanto adesso per davvero che anche lo zio era molto grave.Ed è banale come lo è il pensare da bambini che tu non diventerai mai quel tipo di adulto che non ha mai tempo per le persone, anche quando sai che ti aspettano, che casa loro è sempre aperta per te, e tu "sì, appena riesco passo a trovarvi", e tutti sappiamo che è una bugia, ma ti credi nel giusto perché tu "non hai tempo". Ora che il tempo non ce l'ha lui, ora che è lì da solo e morirà da solo, ti maledici per tutti i tuoi "non ho tempo".Speri solo che stia dormendo profondamente e, il tuo pemsiero fisso, non abbia paura. Ma non ne sei tanto convinta.Rivedo quell'uomo che nessuno può definire vecchio, di sicuro non malato prima, e le parole che ti si stampano in testa sono "intelligente, divertente, ironico, accogliente, giocoso".Dove c'era lui c'era una battuta fulminante, mai priva di acuta intelligenza, c'erano giochi di famiglia da organizzare, che fossero le carte a natale o a cinque si schiaccia in acqua. Non aveva mai voglia di smettere. C'erano i regali più belli da bambina (al primo posto sul podio per i regali più belli di sempre, anche per i miei quarant'anni e per l'ultimo onomastico).C'erano inviti, una voglia di coinvolgere la gente, che io che invece la scanso ho sempre invidiato.Ma ci sono stati anche gli errori, in buona fede, il più esiziale di tutti prendere sotto gamba questa pandemia. Eppure mi sento in colpa per non essermi preoccupata in prima persona, non aver capito gli errori che un'intera famiglia stava compiendo. O meglio capirli ma pensare che non fosse mia responsabilità fare qualcosa perché dovevo già occuparmi di noi quattro.Ora avrei voluto informarmi meglio, non farmi bastare i racconti di mio padre, alzare quel dannato telefono e farmi dire ogni giorno la sua saturazione.Ora vorrei non stare qui a vedere mio padre distrutto in attesa di un'inevitabile telefonata che sancirà la fine di un raro esempio di numerosa famiglia felice di una volta. Perché da adesso mancherà per sempre un pezzo.