Altrove

11,20


E' divino lavorare a casa regalandosi il privilegio di ascoltare Nero a Metà, di Pino Daniele al cui proposito ho scoperto l'acqua calda: mi piace molto di più quando canta in napoletano, perché suona più autentico, sporco, poetico, come adesso che Quanno Chiove accompagna il mio picchiettare sui tasti. Niente da fare, non aver mai partecipato a un suo concerto rimarrà uno dei miei rimpianti.Rimpianti. Una cartomante mi ha detto che venderò poche copie, che la scrittura non sarà la mia strada e cose così. Ma può mai essere che debba essere una cartomante a dirmi l'ovvio? Riesco a sedermi un attimo, respiro lungo, e sentire che devo allontanarmi da questo bisogno di grandiosità, di essere vista, considerata importante e tutte queste cose che so bene essere tossiche?Se invece di rincorrere ambienti stimolanti accettassi il giorno che arriva prendendolo com'è, facendo qualcosa, qualunque cosa, per il gusto di farla e senza pensare agli applausi, quanto avanzerei verso la strada della serenità?Paura della solitudine e bisogno di applausi sono i miei principali nemici, i peggiori, perché endogeni. Sono solo questi due. Che cos'è un due? Eppure quanto danno mi fanno.Pausa caffè finita. Gatto dorme sul letto in camera. Ormai verso quest'ora, poco prima del caffè, ce lo porto io come si fa con un bimbo, perché lui a costo di stare scomodo è disposto a sdraiarsi per terra per poter stare vicino a me, ma io so che verso le 11 inizia il suo lungo sonnellino. E poi così posso ascoltare Pino Daniele con qualche speranza che lui non inizi a sbattere le zampette per protesta.