Altrove

Il secondo album è sempre il più difficile


Non ho idee per iniziare un nuovo libro. E io odio non avere un altro libro da cominciare a scrivere. Chissà che scribacchiando qua sopra prima o poi non arrivi qualcosa. Con il libro che ho scritto l'avvio era stato una miscela di elementi: delle vecchie lettere scritte dal nonno lette insieme alla zia e alla nonna e poi la collezione dei miei fallimenti sentimentali, gran materiale cui attingere vista la mole di cui parlo, il tutto mescolato a musica e alla mia filosofia di vita da quattro soldi. Non nel senso che pratico quanto sia fico vivere poveri ma nel senso che della mia filosofia di vita frega talmente nulla agli altri che non ci tirerei su nemmeno quattro soldi, anche se ai giorni nostri dovrei parlare di visualizzazioni. Ecco, la visualizzerebbe solo il mio coniglio passeggiando per sbaglio sulla tastiera del mio pc.Dove lo trovo sto benedetto materiale che sto sempre chiusa in casa e non scopro niente? Dove attingo? Aveva ragione Caparezza: il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista. E certo, perché uno si prepara una vita intera per sparare fuori il primo lavoro; anni e anni di esperienze a cui rifarsi finiscono nella prima opera. E poi? Poi che ti inventi, soprattutto se non vivi?Ma soprattutto (soprattutto???) perché il mio coniglio detesta il balcone che ho messo amorevolmente in sicurezza per lui? Ora io per la prima volta nella stagione sto scrivendo dal tavolino in balcone e lui, ingegnoso, ha trovato la quadra per stare con me ma non sul balcone: si è sdraiato per terra accanto alla porta-finestra. Io fuori, lui dentro, romanticamente, come due innamorati che si salutano dalla banchina del treno. Sì Gatto, ci vediamo presto, tra un paio d'ore davanti alla tua gabbietta con la ciotola, piena s'intende. Da un paio di giorni sono tornati anche i leprottini sul prato davanti casa. Ne vedo uno anche adesso, perché è così, esistono campagnoli e radical chic anche tra i conigli: guardo a sinistra e vedo il leprottino saltellare pimpante tra l'erba, mi volto a destra e vedo il mio coniglio da salotto, col ciuffo alla Lowell di Georgie, spaparanzato a terra e disgustato all'idea di uscire in balcone. Ho tirato su un fighetto.Che noia però: niente uomini, niente scrittura, niente uscite. Io così implodo. Voi pure implodete ogni tanto? Dai, ditemi di sì ché mi consolo almeno un po'.