Altrove

High Hopes, Pink Floyd


La scena si è ripetuta simile per settimane quell'inverno.Adolescente alle superiori, ogni mattina mi svegliavo, persa, per prima mentre tutti ancora dormivano, perché l'autobus sarebbe partito alle 7.15. Andavo nella cucina ancora fredda, accendevo videomusic (o era già MTV?) e consumavo la mia colazione sentendomi dannatamente sola e senza senso. Ogni tanto un video, ma soprattutto una musica, catturava la mia attenzione, l'unica cosa che mi sapesse di senso in quel periodo.Una mattina iniziò ad andare in rotazione un video nuovo. Mi disse subito qualcosa di me. Non so che cosa, ma c'era dentro un'epica tensione ad altro che era quel che provavo io. Il mio inglese era (ed è) scarso ed io neppure capivo bene il significato delle parole, ma era del tutto ininfluente: High Hopes avrebbe potuto esserne priva per quanto mi riguarda; mi avrebbe parlato ugualmente di qualcosa di struggente che manca e che si desidera raggiungere, con l'aggravante di non sapere che cosa sia.Molti anni dopo, era estate, una me molto diversa da allora e con almeno un po' di senso, stava leggendo beatamente sul letto di un'amorevole stanza nel centro di San Gimignano, quando venne raggiunta da una musica antica e familiare. Una cover band dei Pink Floyd stava aprendo un concerto in piazza e aveva deciso di iniziare proprio da lì.Io penso che quello sia stato uno dei momenti più perfetti della mia vita.(Ho chiamato in clinica: Gatto si sta riprendendo e oggi posso tornare a prenderlo. Gli farò fare altre visite ma intanto torna da me. Va meglio)