Altrove

18.38


Quando affondi nei tuoi picchi depressivi il mondo fuori non esiste, sei solo. Perché alla parola depressione non ci crede nessuno, neppure il tuo terapeuta. Ti prendono per uno che cerca attenzione. Sei triste? Che problema c'è? Domani ti passa. Ma non passa. Non riesci a fare niente? Stai inebetito a fissare il vuoto? Che problema c'è? Fa' qualcosa! Pare che vuoi esserlo tu depresso. Tu stai a contare i minuti e poi le ore, e ti spremi il cervello per farti venire in mente qualcosa da fare, ti vengono pure le idee, ma non ti schiodi, vedi  scorrere l'orologio...1, due, cinque ore. Che hai fatto in cinque ore? Niente. Avresti potuto riempirle di cose, ma non l'hai fatto. E pensi: potrei suonare, ma cosa? Lo faccio così male... Potrei lavorare alle foto... Ma sono orrende. Potrei uscire a passeggiare... Ma per andare dove?  In questo niente le paure diventano mostri giganti. Finisce che hai paura di tutto, anche gestire la salute del tuo coniglio o del tuo gatto. Annaspi cercando qualcosa da cui partire, da solo, sempre da solo perché nessuno che non ne soffra ti potrà capire, e credi di averlo trovato almeno dieci volte al giorno questo qualcosa, ma era solo una fata morgana. L'ultima spiaggia saranno delle erbe. L'ultimissima di nuovo gli psicofarmaci. La cosa più devastante della depressione è il niente in cui consumi la tua vita mentre il resto del mondo la compie.(Gatto è più bravo di me, e nonostante l'ascesso che cresce e l'impossibilità almeno momentanea, per l'incidente che gli ho provocato, di fare accertamenti, ecco, lui al contrario di me reagisce)