Altrove

10.27


Lei non sa che per fuggire da una persona abbastanza egoista e pericolosa si sta cacciando nella trappola di un'altra molto più insidiosa che si è appiccicata in testa l'etichetta dell'anima salvifica.Lei continua ad ignorare che sta perseverando nell'errore, si rifugia in un mondo fittizio di cose che sembrano ma non sono, evitando di affondare le mani nella sua vita. Evita di affrontarla, cerca soluzioni che le piovano dall'alto o magari dal fianco, nelle sembianze di un cavaliere che la porti via. Andar via da sé pare non si usi più.La prima volta è stata avvisata, ma lei era una predatrice, non era lì per condividere, per ascoltare. Vedeva soltanto donne a lei inferiori e quindi non preoccupanti oppure all'inverso donne rivali. E poi doveva esporsi, doveva mettersi in mostra come un fiore carnoso per attirare le migliori api: le migliori parole, i migliori scorci del suo aspetto, doveva attirare uomini speciali; l'alternativa, non poter fuggire, semplicemente non era praticabile, sarebbe stata insostenibile. Non poteva vedere amicizia né banale supporto. Ha preso quel consiglio e non ne ha fatto nulla: doveva avere la sua dose di adrenalina emotiva, a qualunque costo. Se non poteva averne da lui, ne avrebbe avuta da un altro.E' che a volte di fronte alla prima ferita per una caduta all'inizio di un burrone, invece di capire che la strada è sbagliata, si è attratti dalla ripidità che nasconde il fondo. Forse piace sperare che laggiù, un laggiù non troppo lontano, ci sarà un prato fiorito, e allora si insiste. Poi non è più una caduta, è un rotolare vorticoso senza potersi fermare se non contro una dura, durissima roccia che affiora crudele.Se lo merita? Merita di non essere fermata una persona che non ha mostrato che smania di mettersi in mostra e combattere mille immaginarie rivali, che ha pestato i piedi come una bambina capricciosa senza mostrare rispetto per nessuno? Non lo so. Ma ho la netta sensazione a fior di pelle di stare assistendo all'inizio di una rovinosa caduta.