Altrove

Love Song


Stamattina mi sono svegliata serena e in un attimo subito triste. Ho chiesto a Gatto di darmi la forza. Sentivo che era andato via. Ho guardato una sua meravigliosa foto e ho pensato, forte, quanto avrei voluto poterlo toccare ancora. La casa è piena di rimasugli di fieno o verdure secche o pellet che saltano fuori qua e là ad ogni pulizia, sui tessuti ancora qualche suo peletto, ma nulla di strano, saltellava ovunque lui.Alzata, stavo per lavarmi il viso con l'acqua di San Giovanni. Non me ne ero mai interessata, ma poi per caso ho letto che tra le erbe adatte c'erano le piantine aromatiche che la mamma aveva piantato e mi aveva dato per avere dei vasi da balcone ghiotti per Gatto. Così ho voluto farlo; un recipiente con un contenuto minimale, le sue erbette premio: trifoglio, rosmarino, timo e menta. Nient'altro.Stamattina, dicevo, stavo pronta al rituale davanti al lavandino, lo specchio sopra di me che mi ha rimandato indietro il vuoto della mia espressione. Un attimo prima di distogliere lo sguardo ho notato un pelo bianco, adagiato sullo specchio, attratto da una qualche forza che lo teneva fisso in verticale aderente allo specchio, esattamente davanti al mio sguardo. Che fosse il suo è apparso chiaro. Li riconoscerei ovunque. Era curvo. Se avessi inclinato la testa di 90 gradi sarebbe stato un sorriso.Ho preso la provetta che mi diedero in clinica, decisa a prelevare il bianco belo dallo specchio perché "poi cade e io lo perdo, perderò tutte le sue tracce" e a metterlo al sicuro nella provetta dove ne tengo già uno trovato per terra. Non ce l'ho fatta: quasi impalpabile, mi è scivolato tra le mani confondendosi sul fondo del lavandino bagnato.Non mi sono rattristata perché come un lampo di comprensione ho sentito che non devo cercare di fermarlo, di arraffare con disperazione qualcosa che sta finendo. Devo lasciarlo fare perché lui troverà sempre il modo di venirmi a trovare.