Altrove

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E ci sono andata. Intimamente perché sapevo che il contatto con la natura mi avrebbe fatto bene, di sicuro più che tre giorni chiusa in casa mia. E perché sapevo di essere con l'amica adatta, innamorata dei suoi animali.Il concerto di Daniele Silvestri nella cornice della val Vertosan è stata un'esperienza calmante. Eravamo isolati da tutti, non un ripetitore, nessun campo telefonico, ma si era sparpagliati sul prato tutti insieme. Era bello sentire il suo eco tra le montagne. È stato un balsamo il passaggio del corteo di mucche scampanellanti, dirette all'alpeggio. Tra i monti e la fatica (tanta per me, donna di città con un anno e mezzo d immobilità addosso) del cammino trovo una comprensione che a casa mi sfugge. Trovo una vicinanza al cielo e ai segreti della natura che mi parla più del mio continuo ruminare tra il cemento e il telefono.Torno con Gatto che mi manca sempre ma almeno non ho sofferto la solita disperazione, perché la mia cara L. e la montagna hanno accolto il mio dolore per restituirmelo più sopportabile, non fosse che per il tempo di questa gita.La visita al castello di Verrès è stata come un gioco. Quella alla Sacra di San Michele ci ha ricatapultate nel nostro amato Il Nome della Rosa.Ora sono cotta a dormire dai miei. Domani spalle sforti: torno alla solitudine di casa mia per la settimana lavorativa. Ma con dei validi supporti: diversi libri da leggere che mi stanno aiutando a valutare ipotesi esistenziali che non avevo mai davvero considerato.PS: come da abitudine, ho controllato dal balcone dei miei che i leprotti uscissero per il loro giretto crepuscolare.PPS: dopo due giorni, nel cortile del castello di Verrès, mi sono detta "Gatto, però in questi due giorni non ti sei fatto sentire".Ho terminato il pensiero abbassando lo sguardo ai miei piedi: stavo camminando su un prato di trifogli.