Altrove

Il concerto dei Kings of Convenience


Questa è una storia di duetti norvegesi e giocose ombre di musicisti che animano le pareti calde.È una storia di esperimenti di concerti che iniziano alle 13.00 e che si ripeteranno la sera.È una storia che "dai, in due funziona!", e speri sia di buon auspicio.Questa è una storia di un invisibile coniglietto bianco con le orecchie marroni che saltella per il palco in ascolto del suo gruppo preferito.È una storia di lacrime scese per le prime tre canzoni, che poi ti giri e sta piangendo pure il tipo di fianco a te. Ognuno per i suoi propri ricordi.Questa è la storia della più strana delle domande: come ci si può sentire tanto felici e tristi insieme, in bilico tra il sentire forte una presenza e forte la mancanza?Questa è la storia di quando ti ricordi che, ogni volta che non sai da dove ripartire, la risposta è la musica.Questa è la storia di un concerto gentile e di amabili chiacchiere con il pubblico.Questa è la storia di un concerto dei Kings of Convenience.Alla fine la formula che vince è quella del concerto cui decido di andare all'ultimo momento. E' stato importante tornare ad un concerto da sola. Non lo facevo da prima della pandemia. Ero disabituata. In questi due anni ho perso coraggio ed è come non sapessi più come si va in giro da soli.Avevo stabilito in tempi non sospetti che i Kings of Convenience fossero il gruppo preferito di Gatto. Avrebbero suonato proprio oggi, a chiusura della nostra settimana commemorativa. Questo mi è bastato per fiondarmi agli Arcimboldi attraversando una Milano piovosa. Cerchietto e stivali verdi, Gatto nel cuore.Ho provato gratitudine per il ragazzo in lacrime accanto a me. Mi sono sentita meno strana per il mio piangere di gioia e tristezza insieme; Gatto era con me, lo sentivo forte, eppure allo stesso tempo non c'era. C'era la gioia del ricordo di aver avuto con lui per la prima volta un porto sicuro, quel porto che non è mai stata la mia famiglia, tantomeno i fidanzati, purtroppo neppure i migliori amici. E insieme il dolore per averlo avuto per soli otto mesi. Ora sono di nuovo una barchetta che sbatte contro gli scogli ad ogni tempesta. Io e quel ragazzo non ci siamo straniti delle nostre identiche stranezze, soli tra le gente a piangere; lui mi traduceva le chiacchiere dei Kings, io non credo di aver fatto molto per lui. E' stato un bel concerto. L'ho detto?