Altrove

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E per oggi ho avuto il mio momento di gloria: il conduttore di radio pop ha letto un mio messaggio, complimentandosi per la mia visione, e un'amica mi ha scritto per chiedermi se fossi stata io scrivere quell'intelligente riflessione.Mmm, intelligente riflessione. Mi sa di no, non ero io. Un po' come l'alter ego che andava al posto mio a fare gli esami in università. Perché io proprio non potevo essere.E poi so già come andrà a finire: se ho partorito un pensiero sensato ora me ne toccheranno almeno un centinaio dei soliti miei, tipo come quando trascorsi un'intera lezione di greco a osservare il titolo del Filottete, senza ascoltare una parola, per arrivare al 59esimo con l'anagramma Fottitele. Un'ora per arrivare a un cazzo di anagramma. Roba che manco un criceto.  E del Filottete non so una mazza.Ecco, per un mese sarà così, sicuro. E non potrei permettermelo, perché questo fine settimana, senza aver nemmeno capito come mi sia trovata in questa situazione, sarò al fuori Salone del Libro a parlare in pubblico del mio romanzo "wanna be publicated" (che non è il titolo, eh). Che poi ci dovrei lavorare ancora tanto al libro. Mi rendo conto che in realtà ho scritto una bozza. Servirebbe tornarci su da professionista. Mica facile. Ma mi ci vedete a convincere? Ad avere l'aria da leader? A essere persuasiva e su una cosa fatta da me? Io, per come sono fatta, direi "io ho scritto questo, se ti va leggilo, se no non preoccuparti: leggi quello che preferisci". E mo devo pure ripassare il discorso da cinque minuti.Qualcuno gentilmente vorrebbe fingersi me al Salone?