ThroughTheBarricades

Post N° 1139


Alla fine chi non muore si rivede eh? Nel senso che ho fatto pace con quei bravi signori di Telecom Italia ed ho la mia bella e nuova connessione, con telefono incluso, ad ALICE ADSL. Caspiterina direte voi, col piffero rispondo io: abituata com'ero a FASTWEB in pieno centro di Milano, ora navigo si e no a 3 mega in questo sperduto paesino nella provincia milanese dove c'è nebbia una notte sì e l'altra pure. Non mi accontento mai, penserete. Beh in effetti, cresciuta a caviale è difficile imparare a mangiare pane e mortadella. Dio che metafore del cazzo che mi vengono questa notte. La mia pargoletta dorme come un angioletto, finalmente. Ha strillato tutto il santo pomeriggio perchè aveva sonno e non riusciva a dormire. Ora ha trovato la pace, per fortuna, ed io con lei. Dovrei andare a dormire. In effetti è vero, sto cascando dal sonno, la testa ciondola in certi istanti in cui fisso il monitor, eppure eccomi qui, a "varare" un nuovo inizio; connessione nuova, post nuovi. La frase che mi ronza in testa in questo periodo è: "stai attenta a ciò che desideri perchè potresti ottenerlo". Vero, verissimo, così dannatamente vero ed elementare che ad averci pensato un anno fa avrei fatto bene a mordermi la lingua e starmene zitta. Io penso "cazzo sono trent'anni che mi faccio i fatti miei e l'unica sera in cui avrei dovuto davvero farmeli, parlo. E accetto. Che cogliona che sono stata".  Che pensiero profondo, eh? Mamma sta cambiando casa. Anche lei, dopo trent'anni che ha vissuto in città studi viene sbattuta in Certosa. Che per chi è di Milano sa che differenza fa. Dalla gente, alle comodità. Manco si sa cos'è la metro in certosa. Per l'esattezza in fondo a Certosa, dopo Console Marcello. Che tristezza. Nell'aiutarla a fare il trasloco ho trovato un miliardo e mezzo di cose mie dimenticate. Lettere e cartoline ricevute da amici e da persone che ora nemmeno mi ricordo di avere mai conosciuto. Eppure rileggendole sembra che saremmo rimasti amici per sempre; alcune sono lettere di vent'anni fa quasi, io e Federica ci scrivevamo ogni settimana, lei con le sue storie, io con le mie. Riaffiorano nomi di ragazzi finiti nell'oblio e ricordi di situazioni completamente dimenticate. E' questa la fine che si fa? Si dimentica tutto? Fra dieci o quindici anni mi sarò dimenticata di qualcun altro? Avrò dimenticato i sorrisi di mia figlia e le emozioni che mi da? Solo al pensiero mi prende una tristezza indescrivibile. La cosa che più temo al mondo, l'essere dimenticata, sono la prima ad averla messa in pratica. Dimenticare. Amici e conoscenti. Dimenticare amori e batticuori, dimenticare la compagnia di pazzi scatenati con cui uscivo tutte le sere, dimenticare di aver baciato questo e quello (e se non ci fossero le smemo a ricordarmi di quanto ero zoccola, davvero direi che quella li non posso essere io). Uscivo tutte le sere. Quindici anni fa se stavo a casa una sera impazzivo. Ora se esco una sera impazzisco. Come cambia la vita. E che amarezza che resta, per certi ricordi. Dio che voglia di fumare che ho. Non posso. Rovinerei il latte a mia figlia. E lei non c'entra niente. Non deve pagare lei per le mie paranoie, o per i miei errori. Sarà meglio andare a nanna, aggiorno il box con l'ultimo libro letto, anche se a dire il vero sono due: "Harry Potter e i doni della morte" e "il regno del drago d'oro" di Isabel Allende. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.