amici a 4 zampe

...MALEDETTO BASTARDO....MUORI.............


Barboncino trucidato a pallettoni in periferia. Ma la vera bestia è chi ha sparatoSubito dopo la denuncia qualcuno ha fatto anche sparire il corpoAd Aprile avrebbe compiuto un anno di vita, ma la cattiveria di qualcuno non gli ha permesso di festeggiare con il "fratello" e con la famiglia che lo aveva adottato.Stiamo parlando di un piccolo barboncino meticcio, di nome Nerone, barbaramente assassinato (come la cronaca nera prescrive di dire) da colpi di fucile a pallettoni, imbracciato da qualcuno che, forse, voleva provare forti emozioni, sparando ad un essere vivente, solo per vedere "l’effetto che fa".La cronaca impone di raccontare come sono andati i fatti, riferiti da colui che aveva adottato il piccolo “Nerone”, Claudio Petrone. «Abitiamo nella zona di via Lama Inglese (nei pressi di via Don Minzoni, ndr) e due giorni fa verso le 16.45 sentimmo chiaramente uno sparo provenire dalla campagna attigua. All'inizio non facemmo caso al rumore, perché non è la prima volta che succede. Dopo circa trenta minuti, sentimmo uno sparo più forte, provenire quasi da dentro la nostra proprietà e, simultaneamente, udimmo una sorta di guaito. Immediatamente con mia moglie uscimmo da casa e cominciammo a chiamare a gran voce i nostri due cani, dopo qualche secondo vedemmo arrivare solo uno dei due cani, visibilmente scosso tanto che ci sembrava anche con le lacrime agli occhi. Si fermò a pochi metri da noi, indicando con il muso una zona della campagna vicina. Capimmo subito che voleva essere seguito. Infatti non appena iniziammo a seguirlo, arrivammo nei pressi di un muretto a secco, dove rinvenimmo il corpo senza vita di Nerone, con piccole tracce di sangue per terra e con il suo corpo che sembrava essere stato trapassato da pallettoni».Sino a qui sembra essere "solo" il racconto di un episodio esecrabile, vile e abominevole. Ma ciò che è accaduto dopo, se possibile lo è ancora di più.«Il dolore provato – continua Claudio Petrone – fu tremendo e vedere il “fratello” accanto a lui quasi per cercare di rianimarlo, è stata una scena che non dimenticheremo mai, tanto che mia moglie cercò di allontanarlo, senza riuscirci. Tutti gli abitanti della zona si avvicinarono ma nessuno, pur avendo chiaramente gli spari, aveva visto o notato passare qualcuno. Compreso un uomo che stava potando in un terreno attiguo e che si limitò a dire di aver ascoltato gli spari, ma di non aver visto passare alcuna persona. Erano quasi le 18 e decidemmo, con mia moglie, di andare al commissariato di Polizia per sporgere denuncia contro ignoti per quello che era successo. Dopo un paio d’ore tornammo con una pattuglia del commissariato e con un veterinario, sul luogo in cui avevamo lasciato il corpo del cane. Ma, al nostro arrivo, il corpo del cane era sparito. Qualcuno lo aveva prelevato, avendo cura anche di cancellare le proprie impronte dal terreno». L’ipotesi principale fatta dagli inquirenti è quella che vede tornare sul luogo del delitto l’autore del vile atto, così da far sparire il corpo dell’animale. Forse, anche sapendo che il proprietario del cane si era recato in commissariato a sporgere denuncia. Quindi, eliminando “il corpo del reato”, questa persona ha forse pensato di potersela cavare a buon mercato.Ma Claudio Petrone è deciso ad andare sino in fondo.«Abbiamo denunciato l’episodio, anche perché vogliamo far sapere che a Corato c’è qualcuno che con un fucile si diverte a sparare, per uccidere, oggi degli innocui animali, ma domani la sua cattiveria potrebbe andare oltre, colpendo altri esseri inermi».