Amarganta

Amarganta la città d’argento


[…]Il gruppo stava aspettando al margine del bosco.Tutti erano fermi in ammirazione della città di Amarganta che si stendeva davanti a loro, scintillante in pieno sole.Il bosco era su un’altura e da lì si godeva una splendida vista su un grande lago di un bell’azzurro quasi violetto, attorniato da ogni lato da colline boscose.E in mezzo a questo lago sorgeva Amarganta, la città d’argento.Tutte le costruzioni posavano su imbarcazioni, i grandi palazzi su larghe chiatte, le case più piccole su barche e battelli. E ogni casa, come ogni imbarcazione, era in puro argento, finemente cesellato e lavorato ad arte. Le porte e le finestre dei palazzi e delle case,le torrette e i balconi erano di lievissima filigrana e di così squisita fattura che in tutta Fantàsia non se ne poteva trovare l’uguale. Ovunque sul lago si vedevano barche e chiatte in movimento, che dalle rive portavano i visitatori nel cuore della città.[…]Durante il tragitto, Bastiano venne a sapere dall’uomo del traghetto vestito d’argento che le acque azzurro-violetto del lago erano così salate e amare, che nulla poteva resistere, alla lunga, al loro potere corrosivo. Nulla, appunto, all’infuori dell’argento. Il lago si chiama Muru, o Lago delle Lacrime.[…]L’argento era (sia detto per inciso) di una lega del tutto speciale, e altrettanto eccezionale era l’incomparabile bellezza della sua lavorazione.[…]Le imbarcazioni grandi e piccole erano collegate fra loro da passerelle, alcune eleganti, strette e sottili, così che non ci passava più di una persona alla volta; altre invece erano larghe e sontuose come delle vere strade e lì si raccoglieva la folla. C’erano anche piccoli ponticelli ricurvi coperti da un tetto, e nei canali fra le grandi chiatte che reggevano i palazzi c’era un gran via vai di barchette d’argento, che a centinaia andavano e venivano in tutte le direzioni. Ovunque si andasse o ci si fermasse, si sentiva continuamente il lieve dondolio del suolo sotto i piedi e ciò rammentava che tutta la città posava sull’acqua.[…]Gli Amarganti si potevano facilmente riconoscere dai vestiti che indossavano, tutti intessuti d’argento, belli quasi quanto il mantello di Bastiano. Avevano d’argento anche i capelli, erano alti e slanciati e con gli occhi dello stesso azzurro-violetto di Muru, il Lago delle Lacrime.(tratto da La Storia Infinita di Michael Ende © 1979 by K. Thienemanns Verlag, Stuttgart , Longanesi & C., © 1981)