In punta di penna

lungo la strada!


 
 Eravamo giunte lì per caso, St Petersburg non rientrava nei nostri piani ma il nostro viaggio ci aveva portato, seguendo l’impulso del momento, a sud-ovest della Florida, dove cielo  e mare sembrano quasi toccarsi tanto da non riuscire a distinguerne la linea di demarcazione. La giornata assolata rendeva i passi lenti e faticosi e tutto il corpo si muoveva come al rallentatore anche se qualche refolo di vento, ogni tanto, sembrava voler stemperare quell’aria rarefatta e immobile. La natura selvaggia appariva in tutta la sua bellezza mentre scendendo un ponticello di legno, affondato tra  alte graminacee dal portamento stanco, a tradire una lunga confidenza con il vento,  fummo avvolte dalla carezza del mare che  nel suo perpetuo movimento si allungava in modo irregolare fino a lambire le nostre caviglie,  quasi in un timido approccio. Ciuffi di gigli bianchi, sparsi tra le  piccole dune alle nostre spalle, emanavano  sprazzi profumati che attenuavano l’odore acre delle alghe trasportate a riva. La sabbia bianca, finissima, luccicava sotto i raggi del sole e qualche granello più grosso creava stupendi riflessi dorati. Gabbiani lontani stridevano la loro malinconia o soltanto il gusto di libertà. Gironzolando  senza meta  con lo sguardo all’insù, attratte dalla infinita   varietà di abbaini, scale, pertugi di ogni sorta che caratterizzavano la maggior parte delle case di questo splendido luogo, oltre alle olezzanti acacie e fiori rampicanti, abbarbicati a cancelli antichi,  o disordinatamente cascanti da balconi generosamente in vista,  ci ritrovammo lungo il mare, attratte da un’insegna accattivante che metteva in bella mostra granchi e gamberi, specialità del luogo. Ci sedemmo a un tavolino di legno mentre  il sole incandescente  era pronto a tramontare su un mare accogliente  come il grembo materno. Mentre assaporavamo il pesce, cucinato con maestria, oltre al rumore ritmico delle onde ci arrivavano  da lontano le note di un blues giusto a creare un’atmosfera magica e in piena sintonia col luogo. Era quasi buio quando, sedute su una panchina poco lontano, in piena contemplazione di quella meraviglia, assorte nei nostri pensieri, cercavamo di fissare con gli occhi e col cuore ciò che un semplice clic non avrebbe potuto trasmettere.