AMO LA MIA BRESCIA E NON SOPPORTO QUELLI CHE...
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CASTELLO DI PADERNELLO (BS)
Post n°1253 pubblicato il 24 Agosto 2011 da amazzoneperforza
Castello di Padernello (Brescia)
Il castello, pur corrispondendo pienamente alle esigenze di una residenza signorile, presenta anche evidenti caratteri fortificati. A difesa rimane la larga fossa, ed era cosa opportuna, poiché le scorrerie delle soldatesche di ogni sorte erano frequenti in quel penoso secolo, e i banditi di ogni risma infestavano le contrade. Se a questo si aggiunge anche che i signori del posto non ebbero certo dei buoni rapporti di vicinato, specialmente con i Gambareschi (altra nobile famiglia bresciana nemica eterna dei Martinengo) anch'essi sempre inquieti e con le armi in pugno, ecco che la cosa migliore quindi fu quella di costruirsi una stupenda abitazione, forte e sicura. Una torricella a guisa di rivellino sporge sul lato nord verso la fossa per poter dare agio al ponte levatoio, due torricelle ancor più piccole, semplici, senza coronamento, chiudono i corpi abitati delle ali di mattina e di sera, mentre una grossa torre di vedetta, quale mastio centrale, si eleva possente nella congiuntura dei lati nord e ovest del castello quadrato. La zona più antica è quella occidentale, protetta dall’alto mastio dotato di apparato a sporgere con beccatelli e caditoie perfettamente funzionali. Il lato sud presenta invece murature più basse delimitate da due sottili torri angolari ed appartiene alla fase costruttiva più recente, poco vincolata da esigenze difensive. Sul lato ovest nella parte settentrionale sono presenti tracce di un impianto più antico, che doveva coincidere con la cerchia esterna e con il mastio, e che doveva essere dotato di murature merlate più basse delle attuali. Il castello presenta caratteristiche tipologiche dell’epoca: basso, largo, aperto a mezzogiorno per la scomparsa dei merli, l'incorporazione delle camminate di ronda, e la trasformazione delle caditoie, che, persa la funzione protettiva, diventano motivo di decorazione. Unici elementi che sottolineano il carattere difensivo della dimora rimangono quindi l’ampio fossato ancora oggi colmo d’acqua, la torre che si protende a nord sovrastando il ponte d’ingresso, e il mastio centrale, ultimo baluardo e contemporaneamente vedetta del castello sul territorio circostante. L’edificio nasce quindi con la precisa identità di residenza signorile fortificata che alla funzione difensiva accompagnava le comodità e l’eleganza della vita. Il castello è completamente realizzato in mattoni con pietre nelle finiture, con ampie finestre rettangolari e balconcini in ferro dovuti, come nello scalone principale a tre rampe, ad un intervento del Marchetti padre nel secolo XVIII. L’accesso all’edificio avviene tramite un ponte levatoio a nord (ancora funzionante) che immette in un ampio androne e da qui in una corte quadrata porticata su due lati. Nel cortile i quattro lati sono tutti di diversa struttura: la facciata a levante è piuttosto semplice, elegantissima quella a ponente, costituita da un porticato di cinque arcate con colonne sovrastate da capitelli composti raffiguranti gli stemmi Martinengo e Colleoni. L'aquila Martinengo Il lato sud del cortile è costituito da una costruzione tipica del nostro Cinquecento, quando i nostri signori guardavano molto a quello che si andava costruendo a Mantova: si tratta di un loggiato a pilastri con tre arcate per lato e al centro un ampio portale accostato da due lesene; in alto corre una trabeazione decorata da triglifi. Il lato nord invece è stato rimaneggiato in pieno sec. XVIII, forse ancora per ordine del vecchio Gerolamo Silvio Martinengo (1686-1765) e del di lui fratello Bartolomeo. Anche il Castello di Padernello, come tutte le costruzioni dell’epoca non avrà avuto che una modesta scala per accedere al primo piano, il che non era ammissibile nel fastoso Settecento ed allora il proprietario diede l’incarico di costruire il grande scalone che ha inizio a mattina dell’androne. Non si sa se anche su questo lato, che naturalmente si svolgeva più arretrato, sulla linea cioè del lato nord dello scalone, vi fosse un porticato simile a quello esistente, ma è probabile. All’esterno, verso il cortile l’architetto del Settecento volle dare un po’ di movimento alla parete con due piccoli corpi avanzati alle estremità, con lesene e prospettive al centro fatte di stucco, trofei di armi e lo stemma di famiglia. Comunque malgrado la discontinuità stilistica ed anzi persino grazie ad essa, il castello possiede un suo carattere ed un suo fascino, al quale contribuiscono indubbiamente la felice cornice ambientale e del borgo agricolo, la presenza di acqua nel fosso ed il bosco attorno.
Ora la costruzione é completamente spoglia. "I calzolai". Opera di Giacomo Ceruti detto 'il Pitocchetto'. "Donne al lavoro". Opera di Giacomo Ceruti detto 'il Pitocchetto'. Particolarmente suggestive le cascine e le scuderie annesse alle proprietà ed il bellissimo parco all’inglese, che incornicia la villa su tre lati, costituito da un’ampia radura delimitata da una corona di piante secolari. Nell’ultima successione, la proprietà del maniero è passata a ben dodici eredi (Conti e Contesse della casata, appunto, Salvadego Molin Ugoni, ma anche Raineri, Chigi e Della Rovere) rendendo più difficile concordare interventi per il restauro di questo imponente monumento. Più volte è stato necessario l’intervento della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Brescia relativo al degrado delle singole parti del castello con riferimento al compimento dei lavori di copertura, ma anche sostituzione di vetri rotti e infissi ammalorati, indispensabili per la conservazione del bene tutelato in base al vincolo Legge 1089/1939 con D.M. 12/1/1942. Ma questi interventi sono stati purtroppo negli anni troppo saltuari, ed il degrado del castello comincia a divenire preoccupante, con interni in più punti divenuti pericolanti, e alcune parti perimetrali che danno evidenti segni di cedimento (vedi crollo del novembre 2002). A differenza di altre costruzioni bresciane, che per avvenute trasformazioni o per gravi rovine sono ora ridotte allo stato di ruderi, il castello dei Martinengo di Padernello si può definire ancora in uno stato di conservazione ampiamente recuperabile. Attualmente il castello è in fase di recupero grazie all’impegno della La "Fondazione Castello di Padernello" ha come finalità il recupero, la promozione e la valorizzazione del Castello di Padernello (Castello Martinengo) e di altri importanti monumenti e luoghi del territorio che potranno entrare nella disponibilità di utilizzo e nella possibilità di intervento da parte della Fondazione stessa. Il fine auspicato sarà la più ampia fruibilità dell’immobile da parte del pubblico attraverso ogni tipo di iniziativa compatibile con gli scopi sociali, che porti il castello e il borgo, ad essere un centro vitale, culturale, di storia ed arte, inserendosi in un contesto più ampio di recupero di valori fondanti sull’educazione alla salvaguardia del patrimonio culturale per concorrere a rendere più stretto il rapporto tra la storia del territorio ed il suo futuro. Pettazzurro
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