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L'Islanda guida la classifica delle nazioni più "verdi" del pianeta

Post n°1490 pubblicato il 01 Settembre 2012 da amazzoneperforza

L'Islanda guida la classifica delle nazioni più "verdi" del pianeta. Italia 18esima

di Chiara Beghelli

La zona più "verde" del mondo? È compresa fra l'Islanda e la Svezia. Con un'appendice tropicale nella Costa Rica. A definire quali sono le nazioni più ecologicamente sostenibili del Pianeta è l'ultima edizione dell'Environmental Performance Index, un indice messo a punto dalle università statunitensi di Yale e Columbia che, misurandole attraverso 25 parametri e incrociando dati della Banca Mondiale e di varie agenzie Onu, classifica 163 nazioni in base al loro impegno ecologico.

Questa è la terza edizione dell'Epi, pubblicato con cadenza biennale dal 2006, ed è stata presentata in questi giorni al World Economic Forum di Davos. La salute dell'aria, del terreno e delle acque, il management delle risorse naturali, la protezione della biodiversità e dell'habitat, le politiche forestali, agricole, ittiche e quelle per limitare gli effetti del cambiamento climatico: sono questi alcuni dei parametri che hanno fatto vincere l'Islanda con un punteggio di 93,5 su 100. Un primo posto che l'isola ha meritato soprattutto grazie alle sue politiche di riduzione dei gas serra e ai progetti per la riforestazione del territorio. Al secondo posto troviamo la Svizzera, poi la Costa Rica, la Svezia e la Norvegia, nazioni che hanno tutte investito nel controllo dell'inquinamento e in politiche di sostenibilità di lungo periodo.
Se l'area nord europea è la più virtuosa del pianeta, le ultime cinque posizioni appartengono tutte a paesi africani: Togo, Angola, Mautitania, Repubblica Centrale Africana e Sierra Leone, non riescono ancora a concentrarsi sulla tutela dell'ambiente. Non ci riescono, però, neppure due giganti dell'economia mondiale come la Cina e l'India, che si fermano molto in basso nella classifica, rispettivamente al 121 e al 123posto. Al contrario, è piuttosto confortante la situazione dei paesi occidentali più sviluppati, soprattutto quelli europei, per lo più collocati con un Epi compreso fra 85 e 70: la Norvegia è al quinto posto, seguita dalla Francia al settimo, dall'Austria all'ottavo, poi da Finlandia, Slovacchia e Regno Unito. L'Italia è al 18esimo posto, preceduta dalla Germania e seguita dal Portogallo. Per trovare gli Stati Uniti, però, bisogna scorrere la classifica fino al 61esimo posto, compresi fra Paraguay e Brasile e a una certa distanza dall'Europa e dal Giappone (che si trova al 20esimo posto). Ma, dicono gli esperti che hanno creato l'Epi, il ranking degli Usa non comprende gli ultimi provvedimenti dell'amministrazione Obama in tema di ambiente, visto che i dati raccolti si fermano all'inizio del 2009.

Tornando all'Italia, l'esame del posizionamento nei vari parametri mette a fuoco un paese con difficoltà ed eccellenze: se siamo ancora molto indietro per quanto riguarda le emissioni di gas serra (a dire il vero come la grande maggioranza dei paesi più ricchi del pianeta), l'Italia riceve la sufficienza per la tutela della qualità dell'aria e delle acque, ma è decisamente all'avanguardia (e qui ci meritiamo un primo posto assoluto) per la protezione delle specie a rischio. Ma ora che in Parlamento si discute la possibilità di estendere e "liberalizzare" la stagione della caccia, chissà se il prossimo Epi sarà ancora così generoso con noi.

29 gennaio 2010

 
 
 
 
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