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IL GLICINE DI LEONARDO DA VINCI


«Ha 712 anni, è il più antico della Lombardia»Fiorito il glicine secolare di Milano All’ombra dei suoi rami Leonardo ideò la ConcaBisogna sbirciare nell’angolo di un cortile per trovare il tronco robusto e nodoso, coi rami che s’intrecciano verso il cielo. Ed è al cielo che lo sguardo si ferma, incantato da miriadi di nuvole lilla.È lo spettacolo del glicine in fiore, cuore del quartiere Morivione, il più antico di tutta la Lombardia e, forse, anche dell’intera Penisola con i suoi 712 anni di vita. Parola degli abitanti di questo vecchio borgo a due passi da viale Toscana.Da Leonardo Da Vinci... Da secoli il risveglio dei grappoli colorati annuncia la primavera in via Verro, tra una ex locanda oggi trasformata in residence con 13 mini-appartamenti e il centro della cooperativa Morivione. Da una parte, il vaso con il fusto. Dall’altra, su un pergolato di legno, la chioma delicata e lucente. Una bellezza che risorge ogni anno e che profuma di storia. «Proprio sotto questa pianta Leonardo Da Vinci e Lodovico il Moro idearono il nuovo progetto per la Conca Fallata, che accoglie le acque del Naviglio Pavese», racconta Claudio Villani, residente nel quartiere e autore del dvd “A spass per la zona cinq” patrocinato dal parlamentino. “Fallata” perché i lavori restarono in stand-by per oltre duecento anni, oppure perché, secondo un’altra versione, un architetto del tempo sbagliò i calcoli rendendo la struttura inutilizzabile. E, per rimediare, Lodovico il Moro chiese appunto aiuto a Leonardo parlandogli all’ombra del glicine.I rami baciati dal sole si allungano verso i palazzi, mentre si dice che le radici nascoste camminino sottoterra per due chilometri, fino a sfiorare il Naviglio. «Una meraviglia», commenta Saverio Curci, presidente della cooperativa Morivione che amorevolmente si prende cura della pianta secolare....Al bandito Vione Un arbusto speciale, fulcro del quartiere anche per un altro motivo: la leggenda racconta che nel 1300 un bandito di nome Alessandro Vione terrorizzasse i milanesi. Ex soldato a servizio degli Sforza, si era trasformato in ladro e spesso si addentrava entro le mura cittadine per rubare soprattutto cibo. Finché, un giorno, le guardie degli Sforza lo scovarono pugnalandolo a morte proprio ai piedi del glicine. Per questo, passando di lì, la gente esclamava “Qui morì Vione”. E quella frase ha dato il nome prima al paese e poi al quartiere, ancora adesso chiamato “Morivione”.