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Una "pillola da un dollaro" puņ sconfiggere il cancro?

 

Un team di scienziati, tra cui i ricercatori della Harvard Medical School ed il laboratorio di Bruce Hammock dell'Università della California a Davisha scoperto che un farmaco antinfiammatorio denominato ketorolac (commercializzato con il nome di Toradol, Lixidol, Acular, Kevindol, Rikedol e generici), somministrato prima dell'intervento chirurgico per la rimozione del tumore, può promuovere la sopravvivenza a lungo termine nei modelli animali di metastasi del cancro (lo studio è stato condotto su topi affetti da tumore). Inoltre le cosiddette terapie "pro-risoluzione" possono anche stimolare il sistema immunitario ad eliminare le cellule metastatiche. La ricerca suggerisce che la chemioterapia affiancata con ketorolac o con farmaci simili può scatenare l'immunità antitumorale; tale approccio si distingue da precedenti tentativi di prevenzione del cancro mediante farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).    

I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation e chiariscono il meccanismo degli effetti anti-metastatici precedentemente osservati con l'uso del ketorolac nella chirurgia del carcinoma mammario. Il documento, dal titolo: "Preoperative Stimulation of Resolution and Inflammation Blockade Eradicates Micrometastases" (La stimolazione preoperatoria della risoluzione e il blocco dell'infiammazione eliminano le micrometastasi), è disponibile online a partire dal 17 giugno.     

Il medical writer ("scrittore di testi medici") Ralph Moss, che vanta un'ampia conoscenza in questo campo, è autore di un articolo sul libro: "Perioperative Inflammation as Triggering Origin of Metastasis Development" (Infiammazione perioperatoria come meccanismo scatenante dello sviluppo delle metastasi), redatto a cura del fisico statunitense Michael W. Retsky, PhD (Dottorato di Ricerca, dal latino Philosophiae Doctor, il più alto titolo accademico riconosciuto nella maggior parte dei Paesi), e dal collega italiano Romano Demicheli, MD (Dottore in Medicina), PhD e pubblicato nel 2017. Il libro, curato dai due ricercatori dell'Harvard Medical School e dell'Istituto Nazionale Tumori, Retsky e Demicheli, avanza un'idea terapeutica "rivoluzionaria" fino a quel momento dimostrata soltanto attraverso alcuni studi retrospettivi: il ketorolac, "pillola da un dollaro", può prevenire molte recidive e morti premature per il tumore al seno. Ma può funzionare anche su altre forme di cancro. Un commento che accompagna il documento del Journal of Clinical Investigation conclude affermando: "Se questi risultati possono essere trasferiti da modelli murini (topi di laboratorio, dal latino mus, topo, ndr) in clinica, allora potrebbero rivoluzionare i trattamenti".      

Vikas P. Sukhatme, MD (Dottore in Medicina), ScD (Dottore in Scienze), rettore della Emory University School of Medicine, è autore senior del documento del Journal of Clinical Investigation insieme agli autori principali Dipak Panigrahy, MD ed Allison Gartung, PhD, entrambi alla guida del team della Harvard Medical School. Sukhatme era precedentemente al Beth Israel Deaconess Medical Center e rettore della Harvard Medical School.     

Afferma Sukhatme: "Complessivamente, i nostri risultati suggeriscono un potenziale cambiamento di paradigma nel nostro approccio ai tumori resecabili (ovvero, asportabili chirurgicamente, ndr). Adesso urgono necessariamente studi clinici per convalidare questi studi sugli animali".     

Le metastasi, ovvero la diffusione di cellule tumorali da un tumore primario a tessuti circostanti o organi distanti, sono responsabili della maggior parte dei decessi in correlazione al cancro. Le cellule che seminano metastasi spesso sono raggruppate in cluster (gruppi di unità simili o vicine tra loro) microscopici e quindi invisibili all'occhio del chirurgo. La chemioterapia, generalmente somministrata prima o dopo l'intervento chirurgico, ha l'obiettivo di sradicare queste cellule tumorali nel tentativo di prevenire le recidive del cancro. Tuttavia, a volte la chemioterapia può suscitare infiammazione dei tessuti, promuovendo paradossalmente le metastasi.     

Dipak Panigrahy, uno degli autori principali dello studio, afferma: "La terapia del cancro è un'arma a doppio taglio. La chirurgia e la chemioterapia possono indurre una risposta infiammatoria o immunosoppressiva alle lesioni che favorisce la proliferazione delle cellule dormienti metastatiche, conducendo alla recidiva del tumore".    

Il ketorolac è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), di basso costo. A differenza degli altri FANS, il ketorolac inibisce di preferenza l'enzima COX-1, più dell'enzima COX-2. Altri studi condotti sulla prevenzione delle recidive dei tumori, si sono concentrati invece sugli inibitori dell'enzima COX-2. Negli Stati Uniti, a causa della preoccupazione per i possibili effetti collaterali, è stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration, l'Agenzia che regolamenta alimenti e farmaci), soltanto per la gestione del dolore a breve termine "a livello di oppiacei". Anche in Europa, il ketorolac viene utilizzato per il trattamento del dolore di entità grave-moderata a breve termine (non oltre i cinque giorni).    

I ricercatori dimostrano nel documento, pubblicato sul JCI, che la somministrazione di ketorolac preoperatoria ma non postoperatoria, può sradicare le metastasi del cancro nei modelli murini e prolungare la sopravvivenza degli animali. Tali effetti sembrano dipendere dall'azione inibitoria prodotta dal ketorolac dell'enzima COX-1, poiché altri FANS non hanno mostrato gli stessi benefici di sopravvivenza. È stato osservato un ulteriore aumento della percentuale degli animali sopravvissuti a seguito della resezione del tumore primario quando il ketorolac è stato combinato con la somministrazione di aspirina a basso dosaggio ed acidi grassi omega 3. Anche le resolvine, molecole prodotte dall'organismo umano e animale a partire dalla metabolizzazione degli acidi grassi omega 3 ed aventi la capacità di accelerare la risoluzione dell'infiammazione, hanno dato effetti simili.    

I ricercatori stanno studiando come questi approcci potrebbero essere combinati con altre terapie antitumorali. Il ketorolac e le resolvine sembrano stimolare in modo indiretto le cellule T (gruppo di leucociti appartenenti alla famiglia dei linfociti che giocano un ruolo centrale nell'immunità cellulo-mediata), parte del sistema immunitario, aumentando l'azione delle immunoterapie come gli inibitori del checkpoint (particolare categoria di farmaci), ma entrando in conflitto con la chemioterapia.    

"Noi e altri stiamo dimostrando che potrebbe essere possibile sradicare la malattia micrometastica e le cellule tumorali dormienti senza chemioterapia". È quanto affermano gli autori a conclusione del loro studio: "Qui, dimostriamo che scatenare l'immunità delle cellule T attraverso la soppressione preoperatoria dell'infiammazione sistemica o la stimolazione della risoluzione dell'infiammazione esibisce una potente attività antitumorale, curando anche i topi delle micrometastasi", le quali sono largamente responsabili della recidiva del cancro in seguito ad intervento chirurgico.           

*  *  *  *  *      

Tale scoperta, evidentemente, assume connotazioni di enorme portata. Basti pensare quale grande vantaggio potrebbe costituire, per un ammalato di cancro, non doversi sottoporre a chemioterapia, con i gravi rischi che essa comporta, senza per questo dover temere necessariamente il diffondersi della malattia. Un farmaco antinfiammatorio, di bassissimo costo e di tossicità contenuta, somministrato in fase preoperatoria, potrebbe efficacemente impedire il propagarsi di cellule tumorali da un tumore primario a tessuti circostanti o ad altri organi più lontani.     

La scoperta, tuttavia, è stata di fatto ignorata dai media italiani e, più in generale, europei. Vikas Sukhatme, già da tempo impegnato in prima linea nella guerra contro il cancro, invoca adesso con urgenza nuovi studi clinici che convalidino gli straordinari risultati ottenuti dagli studi animali. Sukhatme, insieme alla moglie Vidula, una delle ricercatrici dello studio, è il fondatore della struttura no profit "Global Cures", che si prefigge lo scopo di "promuovere trattamenti alternativi che hanno poche probabilità di riscuotere l'interesse commerciale delle aziende farmaceutiche", come afferma Jake Bernstein, giornalista americano vincitore di due premi Pulitzer e appartenente al team International Consortium of Investigative Journalist (ICIJ). Nel suo articolo, pubblicato nel 2014 per l'associazione americana senza scopo di lucro "ProPublica", scrive: "Sempre più spesso, Big Pharma scommette sul successone di nuovi farmaci antitumorali che costano miliardi di sviluppo e possono essere venduti per migliaia di dollari a dose. Secondo Campbell Alliance, società di consulenza sanitaria, nel 2010, ciascuno dei primi dieci farmaci anticancro ha superato il miliardo di dollari di vendite. Dieci anni prima, in quella lista ce n'erano solo due. Quelle che vengono lasciate indietro sono le terapie alternative a basso costo - come quella di Retsky (il riferimento è a Michael W. Retsky, il fisico statunitense curatore, insieme al collega italiano Romano Demicheli, del libro di cui sopra, ndr) o gli altri farmaci già esistenti ma non ancora impiegati per curare il cancro, compresi i generici - che pur avendo mostrato qualche merito non hanno sufficiente potenziale di profitto per le aziende farmaceutiche che dovrebbero investire nella loro ricerca".     

In tale contesto, se risulta difficile la diffusione delle scoperte attraverso la pubblicazione sulle riviste scientifiche di maggior prestigio, assume un ruolo importante la divulgazione delle notizie attraverso i mass-media, che potrebbe consentire all'opinione pubblica, insieme alle associazioni dei pazienti, di esercitare un'adeguata pressione sulle aziende farmaceutiche.            

 

 

Fonti:     

BERNSTEIN J., "MIA In The War On Cancer: Where Are The Low-Cost Treatments?" (2014), https://www.propublica.org/article/where-are-the-low-cost-cancer-treatments    

(Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da STEFANO PRAVATO)       

EASTMAN Q., "Anti-inflammatory approach suppresses cancer metastasis in animal models" (2019), https://emoryhealthsciblog.com/anti-inflammatory-approach-suppresses-cancer-metastasis-in-animal-models/#more-15690      

KEATLEY GARVEY K., "Cancer Team's Research Paper Named Journal of Clinical Investigation's Editor's Pick" (2019), https://ucanr.edu/blogs/blogcore/postdetail.cfm?postnum=30521        

MOSS R. W., "Is This One Dollar Pill a Breast Cancer Breakthrough?" (2018), https://www.mossreports.com/breast-cancer-pill-ketorolac/

 

 

 
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