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L’attacco alla Madonna e le organizzazioni finanziate da Soros. La Medaglia miracolosa e la Provvidenza - Seconda parte

Post n°69 pubblicato il 03 Gennaio 2022 da daniela.g0
 

Santa Caterina Labouré (1806-1876)  

 

L'apparizione più nota avvenne il 27 novembre 1830, nella quale si possono distinguere due fasi. Secondo il racconto di Caterina, nella prima fase la Madonna le appare in piedi su un globo - o meglio un mezzo globo - avvolto dalle spire di un serpente, la cui testa viene schiacciata dalla Vergine Maria.  

La Madonna, volgendo gli occhi verso l'alto, offre a Dio un altro piccolo globo dorato, tenuto all'altezza del cuore e simbolicamente riferito al mondo intero ed a ogni singolo credente. Suor Caterina ad un tratto vede le dita di Maria ricoprirsi di anelli, ornati con gemme preziose irradianti fasci di luce verso il basso: «I raggi sono il simbolo delle grazie che spargo su coloro che me le domandano», dice la Madonna. Poi spiega il perché vi sono altre pietre preziose sugli anelli non emananti invece alcuna luce: «Le gemme dalle quali non partono raggi sono simbolo delle grazie che ci si dimentica di chiedere», chiarisce dispiaciuta.  

Nella seconda fase il piccolo globo dorato scompare ed intorno alla testa della Madonna, come a formare un'aureola, appaiono le parole scritte a lettere d'oro: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi».

Quindi Caterina vede il retro del quadro, senza la figura della Madonna e con al centro la lettera "M" (Maria) che si interseca con la lettera "I" (Iesus) con sopra la Croce e al di sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Il Sacro Cuore di Gesù è coronato di spine, a ricordo della Sua Passione, mentre quello di Maria viene rappresentato trafitto da una spada, secondo quanto profetizzato dal profeta Simeone in Luca 2,33-35.  

Santa Caterina ode una voce interiore che le chiede di far coniare una medaglia che riproduca tale visione.

 

 

 

 

Dopo non poche difficoltà incontrate dalla santa per la realizzazione della medaglia a causa della grande cautela della gerarchia ecclesiastica, nel 1832 furono coniati i primi millecinquecento esemplari.  

Come riporta la stessa Wikipedia, la diffusione della medaglia fu rapidissima: «nel 1835, il giornale La France Catholique la definì "uno dei più grandi segni degli ultimi tempi", rivelando che la portavano anche i membri della famiglia reale (Sicari, 2007); nello stesso anno, è testimoniata a Roma da un sonetto di Giuseppe Gioachino Belli; nel primo decennio, solo in Francia ne circolarono oltre cento milioni di copie (Chierotti, 1979); alla morte di suor Labouré, aveva superato il miliardo di esemplari (Di Lorenzo, 2004). Il 7 dicembre 1838, Gregorio XVI accordò il permesso di portarla. Oggi è di gran lunga la più diffusa di tutti i tempi, per un totale di parecchi miliardi in ogni parte del mondo (Laurentin, 1996)».  

La medaglia fu presto definita "miracolosa" per l'enorme numero di miracoli che la accompagnarono. Wikipedia riporta i miracoli «legati alle prodigiose guarigioni dal colera registrate nell'estate 1832, in particolare il caso di Caroline Nenain, 8 anni. La bimba, nella sua classe di place du Louvre, era la sola a non portare l'effigie: e si ammalò; messe in allarme, le suore gliela procurarono, ed ella fu in grado di tornare a scuola il giorno dopo. Il 13 giugno 1833, un soldato di Alençon "rabbioso e blasfemo", indossata la medaglia si mise a pregare e, di fronte alla morte, esclamò: "Quel che mi dà dolore, è d'aver amato così tardi e di non amare di più". Nella Notice del 20 agosto 1834 si raccontò invece d'una donna muta di Costantinopoli che, il 10 giugno precedente, sarebbe guarita grazie alla medaglia (Laurentin, 1980).  

Ma il fatto più clamoroso fu quello che coinvolse Alphonse Marie Ratisbonne, discendente d'una famiglia di banchieri ebraici, ateo e fiero polemista della devozione cattolica. Nel gennaio 1842, durante un viaggio per il Medio Oriente in vista delle nozze, una serie di coincidenze lo portò a soggiornare a Roma. Qui, ebbe in dono la Medaglia miracolosa. Scrisse nelle sue memorie: "Il mio primo impulso fu di ridere alzando le spalle; ma mi venne l'idea che questa scena avrebbe fornito un brano delizioso alle mie impressioni di viaggio, e acconsentii a prendere la medaglia come un corpo di reato che avrei offerto alla mia fidanzata. [...] Però, nel mezzo della notte fra il 19 e il 20, mi risvegliai di soprassalto: vedevo fissa dinanzi a me una grande croce nera di forma particolare e senza Cristo. Mi sforzai di scacciare quest'immagine, ma non riuscivo a evitarla e da qualsiasi lato mi giravo me la trovavo sempre davanti. Non saprei dire quanto durò questa lotta. Mi riaddormentai; al mattino, svegliatomi, non ci pensavo più". Il 20 gennaio si recò nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte in compagnia d'un amico che doveva dare disposizioni per un funerale; mentre l'altro era impegnato, lui si aggirò tra i banchi; d'un tratto "la chiesa intera scomparve, non vidi più nulla... o piuttosto, Dio mio, vidi soltanto una cosa! [...] afferrai la medaglia che avevo al petto e baciai con effusione l'immagine della Vergine risplendente di grazia... Oh, era davvero lei!" (Guitton, 1997). Quella di Ratisbonne, che al momento del prodigio aveva solo una vaga idea della concezione religiosa cristiana e d'improvviso fu in possesso per intero dei dogmi e della dottrina, è classificata come una conversione istantanea e perfetta, un'irruzione del divino capace di spazzare ogni dubbio e ogni ostacolo alla fede».  

Tuttavia, al di là dei miracoli, il valore fondamentale della medaglia risiede nel messaggio che la Madonna trasmette a santa Caterina: «Fa' coniare una medaglia su questo modello; le persone che la porteranno con fiducia e che con devozione reciteranno questa breve preghiera, godranno d'una protezione speciale della Madre di Dio».

 

 

 

 

 

 

La santa, scrivendo in forma autografa, chiarisce il senso ultimo della richiesta della Madonna: «Io spando [queste grazie] su coloro che me le domandano [ha inteso Caterina. Lei mi ha fatto] comprendere quant'è piacevole pregare la Santa Vergine e quanto ella è stata generosa con coloro che la pregano. Che grazie ella concede a coloro che gliele domandano, e quale gioia prova nell'accordarle». Sia nella seconda, che nella terza ed ultima apparizione (dicembre 1830, data non specificata) - come riporta Wikipedia -, la Madonna ha aggiunto: «Questi raggi simboleggiano le grazie che la Santa Vergine ottiene per coloro che gliele domandano» (Laurentin, 1980).   

Sono stati moltissimi i grandi santi che hanno fatto uso di queste medaglie; come santa Teresa di Lisieux, che, ancora bambina, le metteva nelle tasche degli operai; mentre san Giovanni Bosco le faceva portare ai suoi ragazzi quando dilagò nel 1854 a Torino il colera nel Borgo Dora, dove si ammassavano gli immigrati, a due passi dall'oratorio di don Bosco: tutti gli studenti guidati dal santo si metteranno a disposizione delle autorità sanitarie per soccorrere la popolazione: miracolosamente nessuno di loro verrà contagiato. Ed ancora, le distribuì il Curato d'Ars; mentre Padre Pio teneva sempre in tasca medaglie miracolose che regolarmente distribuiva nel corso delle sue visite.  

La medaglia ovviamente di per sé non ha alcun potere, ma è uno strumento capace - secondo la volontà della Madonna - di veicolare le sue grazie a coloro che gliele domandano con fede nella preghiera. La rapidissima diffusione della medaglia non soltanto diede nuovo impulso alla Chiesa in un'epoca che già preannunciava il buio e l'ateismo del ventesimo secolo, ma diede nuovo slancio alla grande devozione nei confronti della Vergine Maria. Tutto questo accadde infatti in una Francia ancora scossa dai moti rivoluzionari e il simbolo di un'Europa che andava scristianizzandosi.  

Le parole «concepita senza peccato» preannunciavano il dogma poi formulato dell'Immacolata Concezione, inoltre la semisfera su cui la Madonna si regge in piedi simboleggia l'universo di cui ella è Regina: l'enciclica Ad Caeli Reginam di Pio XII (11 ottobre 1954, centenario della Ineffabilis Deus) certamente riecheggia nelle sue formulazioni una meditazione del grande avvenimento mariano che la realizzazione della medaglia e la sua la circolazione avevano messo in moto.  

Alla luce di questo avvenimento che di fatto aprirà la strada a tutte le altre apparizioni mariane che di lì a breve si sarebbero rapidamente succedute, prima in Francia a La Salette e poi a Lourdes, infine in Portogallo a Fatima, si può comprendere bene l'importanza di queste apparizioni della Madonna a santa Caterina Labouré e del messaggio che esse trasmettono.  

L'importanza di queste apparizioni sono arrivate oggi intatte fino a noi: mai come adesso infatti l'umanità è afflitta dalla malattia nel corpo ma anche e soprattutto nello spirito; mentre varie Nazioni, come già predetto a Fatima da Maria, sono state distrutte.  

L'Italia non fa eccezione, rientra nel triste novero: ma se la disperazione assale un intero popolo che un tempo fu il depositario per eccellenza della fede cattolica, oggi questa piccola medaglia può ancora ridare speranza e forza di resistere a chi non può più attendere, a chi è stato posto sotto ricatto e si trova ormai con le spalle al muro: le grazie promesse dalla Madonna a chi la invoca con fede con quelle parole che presuppongono un totale abbandono fiducioso alla sua materna figura, non possono non spandersi ancora una volta su chi le richiede.    

«Poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra» (1Re 17,14).    

L'Italia può infatti e deve ritornare a ricoprire il proprio ruolo, ruolo avuto un tempo, e che le è proprio, di sede del papato e guida spirituale delle Nazioni: al di là degli oltraggi, delle raffigurazioni e degli insulti blasfemi contro la Madre di Dio, orchestrati ad arte - prima all'estero ma ormai ampiamente anche sotto i nostri cieli italiani - da chi vede nella sua presenza un pericolo mortale.  

Non per nulla la massoneria è arrivata persino a riprodurre esemplari contraffatti della Medaglia miracolosa: esemplari che a prima vista sembrano uguali in tutto e per tutto all'originale, ma che in realtà - sotto un accurato esame - si scopre essere stati cambiati in alcuni piccoli ma assolutamente non trascurabili particolari: sul retro di queste medaglie contraffatte si può osservare come le dodici stelle posseggano sei punte (a volte sono cinque come nell'originale), in quanto nella numerologia antica il 6 rappresenta il numero del diavolo ed è il simbolo di Lucifero. Inoltre le stelle hanno disposizione differente dall'originale e se ne vede una capeggiare proprio sopra la Croce.

 

 

 

La lettera "I" di Iesus si presenta irriconoscibile, sembrando invece essere soltanto il terreno su cui poggia la Croce, le cui estremità, come quelle della lettera "I", non sono regolari come nell'originale, ma sormontati invece da asperità che ricordano delle corna.

Ricordiamo come le corna rimandino a loro volta alle rappresentazioni del diavolo e come gli appartenenti alla massoneria facciano largo uso di questo simbolo.  

Infine i Cuori di Gesù e di Maria presentano dei disegni confusi: non si vede la corona di spine presente nell'originale sul Cuore di Gesù, bensì si possono scorgere la squadra ed il compasso che sono i simboli massonici. Essi rimandano al "grande architetto" che sappiamo bene essere satana.  

La spada che dovrebbe trafiggere il Cuore di Maria è posta inoltre dietro al Cuore stesso senza toccarlo.  

Queste medaglie contraffatte, ormai da parecchi anni, sono state diffuse ovunque dalla massoneria: si trovano in vendita persino nei negozi di articoli religiosi, ingannando molti fedeli. D'altronde la menzogna è l'emblema del diavolo e questo dimostra ancora una volta come non esista una massoneria buona, se qualcuno può continuare a credere in questo.  

La massoneria ha diffuso largamente anche rosari satanici, spesso in prossimità dei tanti santuari mariani, dimostrando così tutto il suo desiderio bramoso di una distruzione totale della fede cattolica e della devozione popolare alla Madonna.    

Evidentemente, nutre sentimenti di autentica paura; potrei dire meglio di autentico terrore per questa Donna: della «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (Apocalisse 12,1), della Vergine Maria: perché sa molto bene come ella - Regina degli Angeli oltre che dell'intero universo - abbia ricevuto da Dio stesso il potere assoluto di vincere e schiacciare il serpente antico, il diavolo, e di salvare l'umanità intera dal male inondando ancora il mondo della luce della Grazia divina.      

 

 

Qui la prima parte dell'articolo.

 

 
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