Creato da: daniela.g0 il 17/11/2013
Tutela dell'ambiente e della salute

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2025 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

daniela.g0acquasalata111Sev.erinfabiorhobumpabumtraeffecimedicaalindi1950junder61Il_KansimSpal.Codigorog.i.n.o8ernestoandolinaLeggi_la_schedaPenna_Magicacamper1967
 

I miei Blog Amici

 

Messaggi del 15/03/2025

 

Il fumo di Satana e l'attacco dello stato profondo a Papa Paolo VI - Quarta parte

Post n°193 pubblicato il 15 Marzo 2025 da daniela.g0
 

L'arcivescovo di Milano, mons. Montini, tiene in braccio un bambino fra i sorrisi dei presenti  

 

San Paolo VI   

E andiamo all'ultimo atto delle vicende che riguardano il pontefice lombardo: la sua beatificazione e successiva canonizzazione. 

I conservatori più accaniti sostengono che la Chiesa abbia voluto canonizzare Paolo VI e Giovanni Paolo II per poter "blindare" il Concilio Vaticano II. Ma è miope e riduttiva questa interpretazione dei fatti, che non tiene o non vuol tenere conto della realtà. 

Giovanni Palo II fu proclamato Santo a furor di popolo il giorno stesso dei funerali. Fu lo stesso popolo di Dio, giudice indiscutibile, a volerlo Santo. D'altronde i miracoli compiuti dal pontefice polacco, e richiesti per il processo di canonizzazione, non mancarono. 

Per quanto riguarda la canonizzazione di papa Paolo VI, fu lo stesso Giovanni Paolo II a prendere l'iniziativa. Per Wojtyla, Paolo VI era stato guida spirituale e suo ispiratore. 

Per quanto riguarda il miracolo che avrebbe consentito la beatificazione di Paolo VI, ci informa Wikipedia che «la guarigione, scientificamente inspiegabile, avvenne negli Stati Uniti nel 2001, di un feto al quinto mese di gravidanza, in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell'addome e l'assenza di liquido nel sacco amniotico. I medici consigliarono l'interruzione della gravidanza, sostenendo il rischio di morte del piccolo o di gravissime malformazioni future, ma la madre rifiutò e si rivolse in preghiera all'intercessione di Montini. Il parto avvenne tre mesi dopo con taglio cesareo ed il neonato, contrariamente a qualsiasi previsione, risultò essere in buone condizioni». 

Paolo VI fu beatificato il 19 ottobre 2014 da Bergoglio in una celebrazione tenutasi in piazza San Pietro a conclusione del sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. 

Wikipedia, che riportò ancora per imparzialità, ci informa che «il 6 marzo 2018, papa Francesco riconobbe un secondo miracolo avvenuto per intercessione di Paolo VI, anche questa volta riguardante un feto: Vanna Pironato, infermiera trentaseienne dell'ospedale di Legnago, e il marito Alberto Tagliaferro erano in attesa della nascita della loro figlia, che avevano deciso di chiamare Amanda, fino a quando un errore commesso durante un esame di villocentesi causò, alla tredicesima settimana di gestazione, la rottura delle membrane e la totale fuoriuscita del liquido amniotico. I medici raccomandarono l'aborto terapeutico, sostenendo che non ci sarebbero state speranze per la piccola, ma i genitori rifiutarono, invocando invece l'intercessione del beato Montini. Il 25 dicembre 2014 Amanda Tagliaferro nacque viva e perfettamente formata, fatto che venne giudicato inspiegabile dal punto di vista clinico». 

Per quanto riguarda la villocentesi, è opportuno rilevare qui come il rischio di aborto sia insito nella procedura, che dunque lo può causare anche se perfettamente eseguita. 

Oggi infatti è dilagata una vera e propria moda seguita dai genitori in attesa, che consiste nel ricorrere a costosi test genetici per scoprire se c'è rischio di qualche malattia ereditaria. 

I test genetici sono ormai molto precisi dal punto di vista tecnico, tuttavia spesso i risultati sono interpretati male (si arriva fino al 35% di casi di scorretta interpretazione) e spingono le mamme in attesa all'interruzione della gravidanza anche se il feto sia in realtà perfettamente sano. Senza contare i rischi di aborto o di danni irreversibili al feto che procedure largamente diffuse come l'amniocentesi o la villocentesi comportano. 

La stessa Vanna Pironato ha infatti dichiarato in un'intervista ad Avvenire: «Non è stata colpa di nessuno, si sa che le indagini prenatali danno un 1% di aborti. Fatto sta che il 23 settembre 2014 mi sentii dire dai medici: signora, questo è un aborto certo, non ci sono speranze. Abbiamo consultato i massimi esperti, dal Gemelli di Roma al San Gerardo di Monza, ma tutti ribadivano il verdetto». 

E' interessante ricordare come la madre della piccola non conoscesse affatto la figura di papa Paolo VI: Vanna è nata nel 1978, anno della morte del papa. La donna non si era mai documentata sulla sua figura fino a quando il dott. Paolo Martinelli, ginecologo al "Mater Salutis", parlò a un'infermiera molto amica di Vanna, dicendole di consigliare alla futura mamma di pregare Paolo VI, che già aveva compiuto miracoli su un altro feto negli Stati Uniti. 

Vanna decise allora insieme al marito di recarsi a Brescia a Santa Maria delle Grazie, dove Montini celebrò la sua prima Messa, e sulla panca all'interno del Santuario trovarono un foglio con la supplica da rivolgergli. «C'erano tre puntini al posto del nome per cui chiedere la grazia e quei tre puntini divennero Amanda per tutti gli amici e i parenti, anche le infermiere hanno supplicato incessantemente Paolo VI». 

I genitori, da quel momento pregarono incessantemente papa Paolo VI in ogni ora del giorno e della notte; mentre Alberto continuava a sostenere la moglie spronandola ad andare avanti, perché il cuore della bimba, ostinatamente, non cessava di battere. 

La mamma entrò in travaglio la notte del Natale 2014 e i genitori si recarono al Policlinico di Borgo Roma (Verona), dotato di un reperto di Patologia neonatale. Vanna chiese ai sanitari di eseguire un parto cesareo ma si sentì opporre un netto rifiuto in quanto era considerato inutile provocare un taglio, visto che per la neonata non c'erano speranze. Il pediatra venne chiamato soltanto su invito del marito Alberto e arrivò - come consigliato dalla ginecologa che assistette il parto - solo, senza la presenza di personale infermieristico. Il parto prematuro si presentava difficile: la bimba era uscita in posizione podalica e restò venti minuti con le piccole gambe fuori e la testa dentro, rischiando l'asfissia e danni irreversibili al cervello. La neonata uscì alle ore 6.58 senza nemmeno vagire, pesava soltanto 865 grammi e la madre era ormai convinta che fosse morta. 

Invece la bimba era incredibilmente viva e in buone condizioni generali: lo scheletro e gli organi vitali erano tutti perfettamente formati in modo inspiegabile. La neonata venne intubata dal pediatra, che nel frattempo aveva chiamato anche un'infermiera, con le procedure destinate ai bambini nati molto prematuri: ma Amanda non solo avrebbe superato i primi sette giorni, che sono i più critici per questi neonati, ma non avrebbe manifestato in seguito nessuna delle complicazioni tipiche dei nati prematuri. 

Sarebbe rimasta in incubatrice per tre mesi e sarebbe andata a casa l'11 aprile 2015, completamente sana.

 

Alberto Tagliaferro insieme alla moglie Vanna e ai figli Riccardo e Amanda, il giorno del compleanno della piccola  

 

La bambina è stata battezzata con il nome di Amanda Maria Paola il 19 settembre 2015, esattamente a un anno di distanza dal verdetto di morte certa pronunciato dai medici ai futuri genitori. Una fotografia scattata nel maggio 2018 ritrae Amanda di spalle, con i suoi boccoli bruni, mentre dà un bacio alla gigantografia di Paolo VI all'ingresso della sua casa natale a Concesio, il giorno in cui ne è stata annunciata la canonizzazione: è questa l'immagine di copertina di Una culla per Amanda, il libro intervista che Andrea Zambrano le ha dedicato (ed. Ares). 

Un ultimo rilievo sulla vicenda riguarda la particolarità della data di nascita della piccola: il giorno 25 dicembre, lo stesso del Bambino Gesù. Il papà della piccola Amanda, mentre la moglie si trovava in sala parto, pregò a lungo e insistentemente davanti a un piccolo presepe allestito nelle vicinanze, in ospedale. 

I genitori, come da loro stessi dichiarato, intrapresero a partire da quei drammatici momenti un cammino di fede più autentico: vollero leggere l'enciclica Humanae Vitae di Paolo VI per metterla concretamente in pratica nella loro vita coniugale. 

Fu così che, anni dopo la conclusione di questa drammatica vicenda a lieto fine, sarebbe nata la loro terza bambina, Luisa, completando la famiglia.

 

Amanda felice insieme ai genitori  

 

I segni dei tempi   

E' un segno, questo, che come tutti i miracoli che rappresentano anch'essi dei segni, rimanda alla fede e alla sequela di Cristo. 

Il Vangelo dell'apostolo Giovanni, è interamente costruito intorno ai segni che Gesù compie e che svelano progressivamente la sua vera identità di Figlio di Dio venuto nel mondo. 

Allo stesso modo anche la narrazione di svariati fenomeni atmosferici, in tutta lo snodarsi della Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, rimanda al linguaggio dei segni. 

In particolare, gli ultimi capitoli del Vangelo di Matteo (cfr. Matteo 24,1-42) anticipano i segni che accompagneranno gli ultimi tempi. 

E' da non dimenticare come, quando papa Paolo VI arrivò a Pescara il 17 settembre 1977 in occasione del Congresso eucaristico nazionale, sotto una incessante pioggia battente, la pioggia cessò e un arcobaleno apparve all'orizzonte, nel cielo improvvisamente divenuto azzurro. 

Testimoni dell'evento atmosferico furono, tra gli altri, mons. Antonio Iannucci, allora titolare dell'arcidiocesi di Pescara-Penne, che ricorda l'arrivo del pontefice sul luogo previsto per le Celebrazioni Eucaristiche (la grande Rotonda in riva al mare) e il giornalista Giuseppe Montebello. 

Non è possibile dimenticare nemmeno quanto accaduto a Buenos Aires, in Argentina, domenica 17 dicembre 2023: un fulmine ha letteralmente polverizzato la chiave e l'aureola della statua di San Pietro, posta sulla facciata del Santuario della Madonna del Rosario di San Nicolas, situato a nord della capitale. 

L'evento è stato successivamente confermato dal reverendo padre Justo Lofeudo, fatto che ne aumenta la credibilità, trattandosi di un sacerdote sicuramente bergogliano. Da sottolineare come l'evento atmosferico sia accaduto il giorno precedente la pubblicazione della dichiarazione "Fiducia supplicans" dove la Chiesa Cattolica apre alle benedizioni per le coppie omosessuali. 

Anche il luogo dell'accaduto è molto significativo: il Santuario di San Nicolas è in Argentina, patria di Jorge Mario Bergoglio, a pochi chilometri da Buenos Aires, città dove fu vescovo a lungo.

 

La statua di San Pietro sulla facciata del Santuario della Madonna del Rosario di San Nicolas, come si presentava prima di essere colpita dal fulmine (a sinistra) e dopo che aureola e chiavi sono state incenerite (a destra)  

 

Secondo quanto ha riportato il canale Telegram "Le perle del papa", soprattutto, esso è un luogo di culto e di venerazione perché all'interno si trova la statua della Madonna del Rosario, che apparve negli anni Ottanta per anni alla veggente Gladys Quiroga de Motta, lasciandole oltre 1800 messaggi dove la Madonna si ricollegava alle apparizioni di Fatima e all'apostasia della Chiesa Cattolica. 

Infine è da sottolineare come il 17 dicembre sia anche il giorno del compleanno di Bergoglio. 

Si tratta di una serie impressionante di coincidenze che sembrano costituire una risposta perfetta a tutti quei tradizionalisti che definiscono i papa postconciliari come antipapi, per cui Bergoglio ne sarebbe solo la logica continuazione. 

Anche il fulmine autentico (non era un falso) che si abbatté sulla cupola di San Pietro il 12 febbraio 2013, giorno dell'annuncio delle dimissioni di papa Benedetto XVI, è una risposta nel linguaggio dei segni a queste illazioni. 

Sempre che i cattolici vogliano ancora osservare e tenere conto dei segni celesti. 

Per una strana coincidenza, e per tutt'altre ragioni, mi trovavo anch'io a Roma la sera dell'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI, diventando mio malgrado testimone diretta del forte temporale. Ricordo ancora molto bene il rumore scrosciante della pioggia battente, così forte da stringere il cuore e da farmi temere spiacevoli inconvenienti per il mattino successivo, quando avrei dovuto ripartire per far ritorno a casa.

 

Il fulmine che si abbatté sulla cupola di San Pietro il 12 febbraio 2013, giorno dell'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI  

 

La distruzione della Humani Generis ordinata dal card. Eugenio Pacelli   

Dopo aver parlato a lungo di papa Paolo VI, vale la pena di tornare ancora indietro nel tempo, precisamente alla fine degli anni Trenta, quando l'Italia si trovò sull'orlo del Secondo conflitto mondiale. Il riferimento è ai concitati giorni che seguirono la morte improvvisa di papa Pio XI, avvenuta il 10 febbraio 1939. 

Sappiamo come il pontefice originario di Desio non riuscì mai a pubblicare la sua enciclica Humani generis, dove accennava anche al destino infelice ed errante del popolo ebraico, conseguenza del suo rifiuto della fede in Cristo. 

Era Segretario di Stato Eugenio Pacelli, futuro Pio XII. Giambattista Montini ricevette allora l'ordine secco, senza mezzi termini, di distruggere l'enciclica di papa Pio XI, compreso tutto il materiale presente in tipografia, da una telefonata diretta di Pacelli. 

Tale ordine, come ci rende noto la storia, non venne tuttavia mai eseguito, visto che almeno alcune parti dell'enciclica dello sfortunato Pio XI sono arrivate fino a noi. 

Ma anche di questo grave fatto si parla poco. 

E' interessante notare ancora come Eugenio Pacelli venne eletto, dopo la morte di papa Pio XI, subito al primo scrutinio, assai diversamente dalle elezioni sofferte del suo predecessore, che videro il susseguirsi di numerosi e travagliati scrutini. È evidente inoltre che Pacelli, quale Segretario di Stato, dovesse per forza essere a conoscenza di tutte le attività del pontefice prima della sua morte improvvisa, come anche dei collaboratori gesuiti di Pio XI. 

Non amo parlare male dei pontefici della Chiesa Cattolica, ma è ormai divenuta palese la logica dei due pesi e delle due misure: tutti i papi successivi al Concilio Vaticano II sono per definizione cattivi. I papi preconciliari sono invece tutti buoni e in testa spiccano le virtù di papa Pio XII, definito "angelico" dalla rivista Chiesa viva.                

 

 

Fine quarta parte.

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963