QUATTRO AMICI AL BAR

Internet, libero mezzo di espressione


 Per la prima volta Internet ha ottenuto il riconoscimento di libero mezzo di espressione dell’uomo. Per farlo il Consiglio Costituzionale francese si è appellato alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789, dove si parla della tutela di libertà di espressione e comunicazione. Una libertà che l’articolo 5 della legge anti-pirateria voluta dal presidente Sarkozy, la HADOPI (Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur Internet), violava apertamente.
La normativa infatti introduceva l’obbligo per i provider di chiudere l’accesso a Internet a quegli utenti, che fossero stati trovati a scaricare illegalmente file nelle reti p2p, per almeno tre volte. Questo provvedimento, qualora fosse stato messo in pratica, avrebbe costituito una restrizione al diritto di esprimersi e comunicare liberamente. Il Consiglio ha quindi equiparato l’accesso a Internet a un diritto di espressione dell’uomo.Non solo, rifacendosi sempre alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, (art. 9) in cui si parla della presunzione di innocenza di un individuo fino a quando non ne sia dimostrata la colpevolezza, il Consiglio ha concluso che togliere preventivamente l’accesso a Internet significherebbe riconoscere la colpevolezza del soggetto prima che un tribunale l’abbia effettivamente comprovata. Senza dimenticare poi il problema dell’effettiva responsabilità del titolare dell’abbonamento a Internet nella presunta violazione (un’altra persona avrebbe potuto utilizzare la connessione al posto suo). Pertanto l’autorità francese ha deciso che la legge HADOPI si fermerà all’invio di un avviso.Dai primi commenti diffusi in rete, il pronunciamento del Consiglio Costituzionale francese potrebbe diventare un punto di riferimento mondiale nell’orientamento della normativa sul copyright e la pirateria.panorama.it