Un Luogo Comune

Post N° 92


[London Bridge, August 2008. Original picture by me. Rox]La cartolina di Londra, una delle tre che ho sparse per camera, è caduta dalla mensola della libreria. L'ho rimessa a posto e poi l'ho guardata per non so quanti minuti buoni. L'ho guardata come guardavo la foto del mio ex quando eravamo lontani...Con gli occhi lucidi. Ho anche detto alla cartolina quanto mi manchi...come ad una persona. Quella città...lo sa Dio cosa mi ha lasciato. Le mie non sono le parole di una turista che se n'è andata per clubs a ballare e bere Pimms. Sono le parole di una donna che ha trascorso del tempo in un luogo che ha sempre sentito dentro come il suo luogo. Il suo posto nel mondo. Ed io sono così, una che quando vive le cose le vive in maniera viscerale per questo arriva sempre un momento in cui mi sento come svuotata. Qualcuno, qualche minuto fa mi faceva notare che devo scuotermi. Ma da cosa? Ci ha detto che sono triste? Maliconica? Depressa? Mi spiace deludere chi mi vorrebbe schiacciata dalla quotidianità o dalle scelte fatte, decisioni prese.Sono tutto fuorchè depressa. Non fumo nemmeno più nè sbuffo guardando il soffitto. No. La verità è che non sento nulla. Non piango, non scalpito dinanzi ai problemi, non urlo. Non provo niente.E forse è pure peggio. Almeno quando hai un rimpianto hai qualcosa o qualcuno da maledire, da accusare, da odiare. Io non ho tutto questo materiale umano per cui potermi sentire migliore, a confronto.Ho solo qualche fredda consapevolezza. E poca voglia di sentirmi speciale. In  un mondo come questo è un handicap perciò, certi giorni,  prego Dio chè mi renda una qualsiasi futile 30enne incarnante lo stereotipo tipico da telefilm.Almeno in Chanel, LiuJo e Alviero Martini I'd trust. Amen.