Benvenuti!E le tue palpebre spalancano il crepuscolo della terra, assaltando l’azzurro delle stelle (P.N.) |
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fatti di terra, grano e luna d’oro,
bella...
(P.N.)
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Post n°1972 pubblicato il 21 Gennaio 2025 da Vince198
L’estate è una stagione che non rientra fra le mie preferite. Oggi non più. Il caldo di certi pomeriggi estivi assolati, nel periodo vissuto nella casa natìa, dopo mattinate trascorse al mare al rientro, nell’immediato dopo pranzo, una .. sacro santa pennichella è diventata un’abitudine nel tempo irrinunciabile, quasi. In verità non ho mai dormito nel senso letterale del termine: nell'oggi una mezz’ora seduto sul divano o su una poltrona, su una sedia a dondolo con un libro in mano, in soggiorno o sotto la veranda è stato il mio primo passatempo pomeridiano. Ben presto, abbandonata la lettura e chiusi gli occhi, iniziò il mio tempo “onirico” in cui, lontano dalla realtà odierna, tornai indietro in certo mio passato. Così mi sono rivisto a sei anni circa ... ascoltare, rapito, note di un pianoforte suonato da mia madre … Altre volte, dopo la chiusura delle scuole, intento ad assemblare un ... aquilone regalatomi dai miei per essere stato promosso. Mai avuto troppe pretese. Gli anni non si fermano e così ho spaziato fra mille interessi: a otto anni ho iniziato a leggere Salgàri (Sandokan e le tigri di Mompracem), qualche anno dopo, fra attività sportive di vario genere, letture di Isaac Asimov - fantascienza allo stato dell'arte, inframmezzate dai soliti “Nembo Kid” (oggi Superman), “Topolino” et similia ben presto alienati in qualche scatolone impolverato. Un giorno come tanti, a circa 14 anni, vidi mia madre leggere un bel “tomo” contenente poesie di Prevert: m’incuriosii. Fu lei a introdurmi in quel fantastico mondo dell’amore nel quale ancor oggi mi piace navigare in lungo e in largo, soprattutto viverlo, immergermi anche in letture di altri poeti. Poi fu la volta dei romanzi: in un armadio nella casa paterna, trovai libri della collana Medusa e ne presi uno a caso, giusto per soddisfare certa mia curiosità: “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway...
Non sapevo neanche chi fosse. Lo lessi in tre gg. e mi piacque tantissimo. «È l’autunno del 1948, Hemingway vede la campagna friulana per la prima volta. L’aveva descritta in “Addio alle armi” solo consultando le mappe per seguire la ritirata di Caporetto, raccogliendo dettagli di prima mano, lui, che, allora giovanissimo, si era trovato sul fronte del Piave nell’estate del 1918 con L’American Red Cross. In Friuli Hemingway, nella quiete opulenta delle dimore nobiliari, in giornate autunnali, conoscerà una stagione memorabile, immerso in una routine di antiche tradizioni: la caccia in botte, le pietanze sapide cotte sul fuoco vivo di un braciere. Di Robilant – regista e sceneggiatore italiano - riporta fedelmente i gesti e le parole dei personaggi che ruotano attorno allo scrittore, sono frasi tratte dal diario della quarta moglie di Ernest, Mary, da lettere inedite di Gianfranco Ivancich e dalle memorie di Adriana Ivancich ne “La torre bianca”… in Friuli inizia la storia del suo tardivo amore, “my last true love”. In quel lontano novembre del ‘48, a Latisana, in una giornata piovosa, incontra Adriana Ivancich, lei ha diciotto anni, «capelli corvini, due occhi scuri, belle gambe, una vita snella... Hemingway è con il barone Franchetti e progetta una caccia in valle nella tenuta di San Gaetano, presso Caorle. Ci sarà anche Adriana. Cenano nel casone di caccia, si sorseggia vino rosso, piove. Adriana vuole asciugarsi i capelli vicino a un fuoco, chiede un pettine «allora Hemingway le si avvicinò frugando nelle tasche del giaccone. Ne tirò fuori il suo pettine e lo spezzò in due. Era già innamorato: Adriana sarà la sua musa: l’inizio di una passione intensa e delicata che verrà trasposta nelle pagine del romanzo “Al di là del fiume e tra gli alberi". Hemingway riceve il Nobel, regala a Adriana una pelle di leopardo ma lei, è lontana, lontani sono i ricordi del Friuli, delle ville dei Kechler di Fraforeano e di Persereano, della ospitalità delle nobildonne friulane che praticano l’undestatement. Lo scrittore non si riprende dalle ferite riportate in Kenya: «Mary lo trovò in vestaglia, la vestaglia rossa che avevano comperato a Venezia… Aveva in mano un fucile». Nel luglio del sessantuno si uccide; anche Adriana, circa 20anni dopo, si toglierà la vita. Bisognerebbe rendersi conto che il significato racchiuso nella vita in cui è compreso l'amore, non ha eguali, non giustifica - a meno di patologie - alcuna estrema risoluzione contro se stessi o l'altro/i/e. In definitiva è una sconfitta dell’amore stesso, un sentimento che rende l’essere umano più umano di quel che realmente è. |
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JESHUA
A. Carracci
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Questo per dire che nessun uomo è indipendente dal resto del mondo, proprio no. Tutti abbiamo un destino scritto da qualche parte e non c'è modo di cambiarlo. Sicuramente la tua collega ne saprà più di me perchè non leggo Hemingway da tanti anni però qualcosa di lui m'è rimasta nella memoria. Questo argomento lo trattai alcuni anni fa. Certe repetita iuvant..
Mia madre .. beh, è stata e ancor oggi - anche se non è più fra noi figli da tanti anni - è il mio punto di riferimento, nonostante non sia molto diligente come lei avrebbe voluto .. ahahahaha ..
Non ho un carattere molto conciliante, sono poco accomodante, anche se faccio del mio meglio per esserlo. Tranne "dove" batte il cuore non sono più io.. Chissà chi sarò mai .. ahahaha..
Ciao Ezio, buona notte.
Ecco, dell'estate gradisco le sere inoltrate, verso ore piccole dove c'è meno calura, sere in cui si può godere di "cielo e mare" che all'orizzonte sembrano confondersi. Più che altro è la sensazione di serenità che percepisco in quei momenti che mi fa star bene. Ciao Ely, buona giornata.
Salve;)
Si, ricordo bene che avevi già trattato la storia di Hemingway. Avevi parlato di quel rapporto epistolare tra lui e la famosa attrice.
Una storia che a me colpì molto perché non riuscì e non riesco tutt'oggi a capire come mai limitarono il loro sentimento solo per posta.
Da quel che ho letto si erano già incontrati ma il loro rapporto d'amore restò nei limiti a delle frasi scritte, colme di sentimento, sicuramente. Forse una scelta la loro?
Lei scrisse di lui: "L'ho amato immediatamente e non ho mai smesso. L'ho amato platonicamente. Dico questo perché l'amore che sentivamo l'uno per l'altro è stato un amore eccezionale nel mondo in cui viviamo: un amore puro, assoluto. Un amore non attraversato da dubbi, un amore oltre l'orizzonte, oltre la tomba anche se so per certo che ciò non esiste".
E lui credo che provava per lei lo stesso sentimento.
Purtroppo non ho risposte sensate da dare per riuscire a capire quel vuoto interiore che spinge una persona ad un gesto estremo. Sicuramente ciò che sentono le persone coinvolte è un dolore insostenibile che trafigge la ragione.
Dicono che lo scrittore aveva subito dei traumi alla testa con danni cerebrali che lo hanno portato ad impazzire, sicuramente il tutto accompagnato da una forte depressione.
Da quel che ho letto, sembra che quest'uomo abbia avuto una vita turbolenta, tra matrimoni e relazioni extraconiugali, un uomo che non aveva e non trovava pace.
Hai fatto un bellissimo post che ho letto volentieri, leggere le pillole di vita di tutte le vite che attraversano o hanno attraversato questa vita. grazie!
Ti auguro un bellissimo mercoledì colmo di belle sorprese. Un abbraccio.
Nel post ho cercato di esternare - a parte la parentesi familiare/personale - il mio pensiero, sia sulle grandi capacità di scrittore di Hemingway, che nella sua vita privata, dove non è stato così "lineare".
Una persona poco stabile, a mio avviso, nei suoi comportamenti, specie nel mondo dei sentimenti. Sono cose che accadono, tutto dipende dalle circostanze, anche dalla profondità del legame con la terza moglie Mary, da un senso di insoddisfazione interiore, tanto che per me c'è una certa superficialità, strisciante, in un rapporto marito/moglie, cosa che non dovrebbe verificarsi. Non dovrebbe...
Se non ricordo male Hemingway si è sposato tre volte e questo la dice lunga su certi suoi comportamenti privati. Eppure, non più così giovane, si innamorò perdutamente di una bella ragazza diciottenne: Adriana Ivancich. I luoghi dove questo amore ebbe seguito in parte li conosco visto che sono vicini alla mia residenza, ma non sono solamente quelli cui ho fatto riferimento.
Per mia "comodità", per non allungare ulteriormente un post già di suo molto esteso, ne ho citato alcuni perchè mi sono sembrati i più interessanti; nella realtà sono veramente stupendi. Appena fuori Codroipo, a Passariano, c'è la celebre Villa Manin.
Credo che alla base di quel rapporto vi sia stato non tanto amore nel senso più naturale del termine, quanto un turbamento interiore che finì col manifestarsi in quel modo purtroppo doloroso.
In amore potrebbe accadere di tutto: fatti del genere, se ricordi, sono accaduti ad esempio anche a Cesare Pavese. Nelle sue quattro lettere a Pierina Bollati, traspare tutta la sua incapacità di avere un amore che non fosse esasperante, egoistico.
Cosa che lo portò come sappiamo al suicidio. Mia personale opinione: il suo gesto insano lo "collocherei" alla fine di un precedente amore con l'attrice Constance Dowling - Connie, che non andò a buon fine.
Fra l'altro anche Connie, circa ventanni dopo il suicidio di Pavese, a sua volta si tolse la vita. Mica tanto normali ste persone...
Resto sempre dell'opinione che questi comportamenti non sono indice di vero amore, ma di patologia vera e propria, come ho fatto cenno nella chiusa del post.
Di esempi come questi ce ne sono tanti: fra i tanti c'è il dramma di Rodolfo d'Asburgo e della diciassettenne viennese Maria Vetsera (Mayerling), terminato come sappiamo.
In qualche mio "tour" a Vienna, bellissima città, mi sono interessato a questa dolorosa vicenda e ho constatato che la tomba delle Vetsera è in un cimitero comune, quasi "invisibile", quella di Rodolfo al contrario è sepolto nella cripta imperiale a Vienna.
Grazie per il tuo bel commento. Sappi che ogni tuo pensiero in questo blog è e sarà sempre gradito più che mai. Un abbraccio.
E allora grazie e se mi è consentito aggiungo qualcosa.
Voglio pensare che la causa scatenante non sia stata la fine di un amore. Ma quella fragilità che avevano dentro, quel non sapere affrontare la vita. Vite piene di voglia di fare, di dare ma così fragili come calici di cristallo. Quel purissimo cristallo che a volte non basta un colpo per infrangerlo, a volte basta un suono, quello giusto, quello acuto e si rompe in numerosi frammenti.
Non si parla spesso del suicidio perché è un argomento tabù. Ma parlando di personaggi conosciuti come ad esempio Cesare Pavese che sono arrivati a tale gesto, si capisce bene dalle loro poesie, racconti o canzoni in loro c'era quel velo di tristezza difficile da rimuovere.
Quella loro malsana sofferenza che fa credere che l'unica via d'uscita è la morte.
Non capita solo agli adulti, ho sentito fatti che coinvolgono anche bambini. Terribile.
Grazie a te ti lascio tanti sorrisi in un abbraccio!
Comunque non sono uno psicologo, però so che quando un amore termina potrebbero sopravvenire depressione, frustrazione. In questi casi una mente salda cerca di elaborare una specie di negazione dell'accaduto, che porta alla convinzione che nella vita si può rimediare a dolori così forti, devastanti.
Il caso di Pavese secondo me è dipeso dalla sua indole introversa, forse incapacità di comunicare in modo esaustivo, convinzione di non essere in grado di..
Non so dirti con esattezza. E non so del tuo riferimento anche a bambini, evento certo possibile. Scoprirne le cause potrebbe essere ancor più complicato.
Oh .. per favore qui puoi commentare quante volte vuoi: 10, 100, 1000 volte. Non c'è bisogno che te lo dica. Sono tanti anni che dialoghiamo, la porta del mio blog per te non è aperta, semmai spalancata.
Quattro chiacchiere davanti a un the fumante .. con una scorza di limone (adoro il limone) .. comodamente seduti nell'angolo di un'antica caffetteria, possiamo gustarlo in serenità!
Grazie a te, sorrisi e un dolce abbraccio per il tuo cuore.
anche a me è piaciuta l'estate quando sono stato in età lavorativa. Soprattutto per il fatto che è stato l'unico periodo in cui andare in ferie (fra giugno e settembre), quindi in un certo senso obbligato. Adesso non ho più quest'esigenza e così i miei momenti di distacco dalle normali attività quotidiane, preferisco prendermeli in primavera, in autunno, in pratica quando ne ho voglia. Quanto alle cause della morte di Hemingway ci si riferisce a un'encelopatia cronica familiare (di tipo ereditario) come causa scatenante. Credo che nella parte finale della sua vita, certe traversie sentimentali non abbiano fatto altro, a mio avviso, che accelerare quella depressione che lo ha condotto al suicidio.
Abbi una serena notte, Vince ^____^
Sinceramete non so rispondere con certezza a questa tua disamina. So però - da mie ricerche - che allo scrittore americano venne accertata un’encefalopatia cronica traumatica (CTE), una condizione patologica provocata dall’accumularsi nel tempo di ripetute commozioni cerebrali. Tra l'altro venne sottoposto a ben 24 elettroshock che gli provocarono grosse lacune nella memoria. Lui stesso dichiarò che quelle terapie gli rubarono il suo capitale, per l'appunto la memoria. In virtù di questa situazione precaria, oltre eventi negativi vissuti in precedenza, potrebbe essere probabile - quando non vero, che la relazione non finita bene con quella giovane donna, lo abbia completamente destabilizzato, portandolo al sucidio.
Grazie per il tuo commento assolutamente interessante, trascorri un sereno fine settimana in seno agli affetti a te più cari.
Ho piacere che tu stia bene: quando c'è la salute, molta parte del proprio cammino risulta meno complicata, più agevole e soddisfacente. À bientôt!