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Post n°1988 pubblicato il 09 Marzo 2025 da Vince198
Bella domanda! È sempre più diffusa la consapevolezza che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa che, in particolare, riguarda i temi dell’affettività e della sessualità. Il disorientamento antropologico caratterizza diffusamente il clima culturale del nostro tempo: destrutturazione della famiglia, tendenza a cancellare le differenze tra uomo e donna, considerate come semplici effetti di un condizionamento storico-culturale. Neppure la pandemia di qualche anno fa, anche oggi con suoi strascichi, è riuscita a insegnarci che è possibile modificare il nostro vivere odierno, ritornando ad una vita scandita da tempi più lenti e distesi, naturali. All’interno di questa situazione, le nuove generazioni tendono a rifugiarsi nella dimensione alternativa "w.w.w." (world wide web), frequentando mondi virtuali in cui i rischi di eventuali ferite derivanti da un incontro con l’altro sono ridotte o del tutto annullate, assenti. Per un verso si intende adottare una prospettiva orientata al superamento di una eccessiva visione mediatica per rientrare nell'ambito della concretezza, dei luoghi di incontro tra persone di ogni età, sesso etc., ovvero riappropriarsi del significato inderogabile della realtà. Tutto va inquadrato in un mix che possa integrare queste due visioni, senza privilegiare l’una o l’altra, al punto da creare uno squilibrio che sicuramente nuoce alla stabilità emozionale. Certo, questi sono propositi sicuramente validi e importanti, però molto dipende dalla consapevolezza e dalla capacità di saper comunicare accettando un dialogo che, nel suo prosieguo, abbia una base di concretezza, altrimenti resta un ampio margine in cui la propria discrezionalità occuperebbe troppo spazio interpretativo. Non sarebbe certo l'optimum, tutt'altro.
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E comunque ho sempre qualche dubbio, visto l'andazzo, caro Ezio. A me pare che ci sia una certa volontà di spingerci verso la virtualità da parte di chi vorrebbe distrarci, avendo interesse a fare il proprio gioco nella realtà! Immagino così e sta cosa non è che la gradisca più di tanto.
Posso dirti che noi, quelli che navigano nei nostri anni, in quella fascia di età più o meno dai 50/55 anni in su ecco, ho idea che stiano con i piedi ben ancorati alla realtà e forse - ripeto forse - chi ne ha di meno potrebbe vederla diversamente: è solo un mio pensiero buttato lì, vado a sensazioni non avendo prove di alcun genere.
Oltretutto credo sia giusto sottolinearlo: dipende da quello che ho espresso in chiusa. Insomma amo maledettamente la realtà, amico mio, l'adoro quando è in "carne e ossa" (ogni riferimento, dolce e piacevole, è maledettamente voluto.. ahahahaha .. Scherzo, anche se c'è quella parte reale verso cui non si è per nulla insensibili, tutt'altro..), ogni tanto vado a perdermi nella virtualità per un pò perchè il mio "ego" mi lascia a briglia sciolta per certo tempo, poi però mi richiama con una certa energia a privilegiare la realtà. Saggiamente.
Grazie Ezio, buona serata domenicale a te.
alla tua osservazione, più che lecita, sinceramente non posso rispondere esaurientemente perchè il futuro non lo conosciamo, a parte qualche evento che in sè è prevedibile. Visto che non siamo più ragazzini da certo tempo, più il mio tempo che non il tuo, per lo meno ci sforziamo di ragionare stando con i piedi per terra. Certo, la virtualità permette libertà di volare come più piace, come si vuole, però esagerare in questa attività non è un bene per me. É illusorio!
Un abbraccio a te (qui oggi piove tantissimo: la pioggia mi mette un pò di malinconia).