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Maggio

Nelle notti prime di maggio
verginità dell'universo
io sento il lembo caldo
della tua apertura,
l'ansia schietta
del tuo largo fiato.
E dilato il mio corpo
sui boschi,
e mi tendo.
(Paolo Volponi)

...

Notti piene di sensazioni uniche, speranze che mai provai prima dentro la mia anima, fino a quel momento e per tanto tempo silente.
Un crescendo leggero simile a un “innocuo” venticello che accarezzò il mio volto con dolcezza, sulle prime quasi impercettibile oltre che inatteso, venticello che dopo un po’ prese a soffiare con tanta forza da diventare un uragano.
Dentro me ebbe un effetto dilatante, eccitante, sconvolgente e disarmante di fronte al tuo sorriso, alla tua bellezza e alla semplicità caratteriale che ti distingue.

Questo anche se dovessi vederti per la prima volta in mezzo a una folla straripante.

Il mese di maggio ha fatto la sua parte senza che potessi accorgermene, aver sentore di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
La vita qualche volta riserva sorprese/eventi che, nel loro divenire, diventano  estremamente importanti, irrinunciabili.
Quell’importanza che non solo non si può far finta di non vedere, peggio snobbare, semmai rendersi conto che è un invito a guardare alla caducità della vita stessa e vivere ogni suo attimo intensamente.
Nella sua bellezza risiede la fragilità, come un fiore che viene raccolto e regalato alla persona che si ama.
Ho colto quel fiore - tu lo sei, senza farmi troppe domande quando il tempo è prezioso e non “ritorna” mai sui suoi passi.
Poggiato sul tuo petto, quel fiore non smetterà di profumare anime che desiderano vivere in un’infinita osmosi d’amore.