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NO!

No violence..

State molto attenti
a far piangere una donna
perché Dio conta le sue lacrime.

La donna è uscita
dalla costola dell’uomo,
non dai piedi
perché essere calpestata,
né dalla testa
per essere superiore,
ma dal fianco,
per essere uguale.

Un po’ più in basso del braccio,
per essere protetta.

Dal lato del cuore,
per essere amata.

(Dal Talmud)

 

 

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Messaggi di Aprile 2025

The day after

Post n°1996 pubblicato il 23 Aprile 2025 da Vince198

 

After every storm...

 

Non è un riferimento al noto film per di più catastrofico, proprio no: é il giorno successivo nella mia vita, quello dopo l'ultimo evento che mi ha dato tanto dolore.
Mi manca qualcosa, facile da intendere?
Ecco, siamo rimasti in tre dei cinque fratelli iniziali: il sottoscritto e le mie due sorelle che hanno qualche anno più di me. Ho sempre tenuto nella massima considerazione il fatto che, in terra, c'è un inizio - uno splendido inizio cui saremo sempre grati ai nostri genitori - e una fine. Tutto questo riguarda più che altro l'aspetto fisico.
L'anima.. già l'anima sarà sempre immortale, ascenderà al Padre sotto forma di Spirito e poi .. non resta  che attendere il responso del giudizio universale (per chi ci crede).
Sappiamo bene a chi competerà emettere questo giudizio.

Tuttavia, in questa vita terrena noi esseri umani attraversiamo infinite vicende di cui non conosciamo quasi mai e anticipatamente l'esito. L'intuito ci aiuta, la fede ci dona le giuste "coordinate".
Spesso però andiamo "per i fatti nostri", altre volte ascoltiamo la voce della coscienza.
Tutto, a mio avviso, inversamente proporzionale all'età, agli anni.
Va da sè che da giovani siamo in quell'ambito di pensieri e azioni proiettate verso un futuro ancora non ben definito, si cerca la via giusta da intraprendere, sia nel mondo del lavoro che in quello più strettamente personale dei sentimenti.
Certe conoscenze avvengono per gradi e a volte può accadere che la fretta provochi più danni che non benefici.
Ci sono un'infinità di cause che non si possono immaginare, tantomeno preventivare, altrimenti tutto sarebbe più semplice al limite del noioso. Una vita senza qualche novità per di più importante che vita sarebbe?
Famiglia, figli, lavoro: tutte "concause" facilmente collegabili fra loro.
Poi c'è l'imprevedibile: nel mio modo di pensare, sono quelli i momenti che provocano cuspidi rapidissime se potessimo misurarle con un oscilloscopio, innalzamenti di battiti cardiaci quasi a livello parossistico..
Tutto positivo, negativo? Direi un pò di tutto.
Non amo la vita piatta, lineare, sapere oggi quello che farò domani quasi totalmente, dunque prevedibilmente.
Si, ci sono alcune cose che fanno parte dell'abitudine, della consuetudine e sappiamo più o meno quali possano essere.
Si può condurre una vita senza qualche "cuspide" e sperare che sia solo non un evento eccezionale, bensì qualcosa che "terremoti" la vita, la renda viva, palpitante, se vogliamo anche ingombrante, qualcosa che ribalti la quotidianità e ci renda liberi da schemi prefissati per ogni età? Volare dove più piace?

No, non ci sto, neanche un pò alla piattezza, alla banalità di una vita prevedibile.

Va da sè che nel mio vivere ho tanta attenzione per alcune feste "comandate" che ben conosciamo e una per onorare i nostri cari passati a miglior vita.
Personalmente porterò sempre con me anche la figura e gli insegnamenti di mia madre, una giovane donna andata sposa a soli 15anni, madre affettuosa di cinque figli, severa quando è stato il caso di esserlo.
Mia madre l'ho descritta in bacheca in occasione della festa della mamma lo scorso anno.  Due occhi verdi di una tigre con il guanto di velluto...

Non ho mai cercato nulla di particolare, qui dentro ci sono dal luglio 2006, i primi passi incerti per trascorrere un pò del mio tempo quando ho onorato altri impegni, dai più semplici a quelli più importanti.
La vita, nel suo incedere, senza saperlo in anticipo, riserva buone nuove o meno.
Sono abbastanza allenato alle novità, visto anche il mestiere che ho scelto e onorato al massimo delle mie possibilità e convinzioni.
Ho visto la morte in faccia qualche volta - è proprio "brutta", l'ho vista ghermire miei amici/colleghi di lunga data, anche giovani che si sono lasciati trasportare da reazioni improvvide, assurde.
Ho fatto tesoro di quelle dolorose circostanze.
Tutto quel che si vuole meno che prevedere, quantomeno immaginare, quanto sia stato e lo sia ancor oggi quel che si avvicina al cuore, lo accarezza delicatamente e in esso trova "collocazione" amorevole, certa e stabile.
Ovvio, si può dire si o no: devo ammettere che era da tempo che certe emozioni non avevano più lambito la mia anima: colpa della routine, della stramaledetta abitudine di restare nel solito alveo?
Beh.. chi più ne ha, ne metta.
Come scrisse la giornalista brasiliana - Martha Medeiros, secondo me a piena ragione (quelle del cuore) ...

“Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.


Non voglio morire nella solitudine della quotidianità, delle ripetitività.
Fin quando ne sarò capace, fin quando ci sarà chi mi farà emozionare oltre ogni limite a me conosciuto, avrà tutto me stesso, tutto quello che c'è in me di buono e d'amore.
Lo dico con sincerità: non faccio patti, do ut des o altro.
Donarsi è un un atto d'amore che non si "pesa", va sempre apprezzato e custodito gelosamente nel cuore in quanto la vita stessa viene gratificata in quel modo. Non si può andare "oltre" quando l'oltre non esiste.
Ci credo e  ci crederò fino all'ultimo respiro.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Vince198
Data di creazione: 21/07/2006
 

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A. Carracci

 

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