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Lasciami sciolte le mani...

Lasciami sciolte le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
per le strade del tuo corpo.
La passione – sangue, fuoco, baci –
m’accende con vampate tremule.
Ahi, tu non sai cosa significa questo!

È la tempesta dei miei sensi
che piega la selva sensibile dei miei nervi.
È la carne che grida con le sue lingue ardenti!
È l’incendio!
E tu sei qui, donna, come un legno intatto
ora che vola tutta la mia vita ridotta in cenere
verso il tuo corpo pieno, come la notte, di astri!

Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solamente ti desidero, io solamente ti desidero!
Non è amore, è desiderio che inaridisce e si estingue,
è precipitare di furie,
avvicinarsi dell’impossibile,
ma ci sei tu,
ci sei tu per darmi tutto,
e per darmi ciò che possiedi sei venuta sulla terra –
come io son venuto per contenerti,
e desiderarti,
e riceverti!

...

Questi versi di Neruda, che fanno parte di una raccolta di poesie erotiche pubblicate nel 1933, scritte dieci anni prima, sono un inno all’amore che, da romantico, diventa carnale e tangibile, perfetti per comunicare un acceso desiderio.
Non c’è più in questa raccolta un certo apprendistato del poeta come in effetti si è manifestato in un'altra sua raccolta intitolata  “Crepuscolario”.
Nel comporre quest’ultima, il poeta ebbe meno di 20anni, per cui è comprensibile lo spirito che allora lo animò, uno spirito giovanile, ancora in erba, che tuttavia ebbe già molte di quelle caratteristiche che animarono suoi futuri componimenti d’amore.

In questa raccolta (poesie erotiche) ci sono temi che ricalcano un estremo soggettivismo, l’esaltazione romantica, una forte tensione verso il segreto del mondo e infine, non per questo ultima, il canto dell’amore inteso come eros, cioè fisico, carnale, intesi come esperienza di un anelito metafisico.

Come più volte detto, ho iniziato da giovane - intorno ai vent'anni - a leggere suoi componimenti e questo, fra i primi, mi ha trasportato in un mondo non nuovo, semmai diverso dalla mia immaginazione, nella visione dell’eros che accompagna e si fonde nell’’amore stesso.

 
Non c’è volgarità, non ci sono esitazioni, è una dimostrazione che l’arte dell’amore spronò lo spirito interiore del cileno, dandogli le giuste coordinate per esprimersi nel modo più consono con inesauribile forza fisiopsichica, annegata in un mare di incredibili dolcezze.