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Bukowski: lettera a Sofia (e altro)

Cara Sofia,

Sto amando un’altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l’amore è questo, mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte.

Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest’incantesimo non è mai riuscito.

Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato.

Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole.

Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile.

Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare.
Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa.

(Charles Bukowski)

… …

L’altra notte, prima di andare a riposare - il sonno da qualche tempo latita - m’è capitata sotto gli occhi questa splendida lettera di Bukowski. Mi sono estasiato, i battiti del mio cuore sono dolcemente rallentati, acquisendo una "forza" che mai avrei immaginato di possedere!

L’ho letta d’un fiato fin quando, chiusi gli occhi per qualche momento e “guardando” nel mio presente più recente, dopo aver respirato a fondo mi son detto, sommessamente:

«No, caro Charles: non ci sono ricordi come i tuoi nella mia vita! C’è solo una donna che amo, però non posso dire altro, far nulla. Solo tacere e rimanere in un eterno limbo d'amore.
Mi trovo nella condizione di un antico e fiero guerriero che, in un duello sostenuto al termine di una fredda giornata invernale, ferito gravemente al petto, stramazzato al suolo e respirando a fatica, guardò l’avversario avvolto nella sua armatura scintillante con la katana in mano, pronto a eseguire il suo ultimo atto.»

Lo guardò bene negli occhi e notò lo scintillio delle sue pupille verdi immerse in una pelle fresca, lucida, lineamenti dolcissimi. Non era un uomo, era una donna - onna-bugeisha – una nobile guerriera giapponese.

Lui disse, ansimando:

«È stato un onore per me aver “combattuto” con te, a lungo, veramente a lungo. Sono sfibrato, ho l’anima e il corpo esausti! Ho provato in tutti i modi, nella più chiara lealtà e con il massimo impegno, a volte sbraitando malamente e ingiustamente  in qualche transiente, cercare di realizzare un mio desiderio ma ... non ci sono riuscito. Non è mai stata voglia di dominio la mia, solo vedere chi c'è realmente dentro quell'armatura, sotto quell' "elmo": sicuramente un cuore nobile che palpita più del mio.
Per l’insegnamento ricevuto, il guerriero atterrato non va ucciso perché di fatto è sconfitto.
Accetto il tuo volere con serenità, quello che deciderai, se devo vivere o morire, se posso sprofondare in quei meravigliosi occhi verdi, oppure solo e semplicemente sognare. Dietro le tue armature traspare - eterea - la bellezza del tuo viso, la profondità e la dolcezza della tua anima. Immagino debbano essere qualcosa che rasenta il paradiso per un uomo come me, sconfitto e morente.»

Lei lo guardò a lungo restando in silenzio, poi rinfoderò la katana, si voltò e se ne andò.

...

Così, nella vita reale, può accadere di essere sconfitti da chi, come nel mio caso, ha rubato il mio cuore portandolo via con sé.