Benvenuti!Memento: «Amantium irae, amoris integratio est.Proelia parva tollere non est bonum: non permanet amor. Osculum quod finit parva proelia, aeternae amori praeludium erit.» |
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State molto attenti
a far piangere una donna
perché Dio conta le sue lacrime.
La donna è uscita
dalla costola dell’uomo,
non dai piedi
perché essere calpestata,
né dalla testa
per essere superiore,
ma dal fianco,
per essere uguale.
Un po’ più in basso del braccio,
per essere protetta.
Dal lato del cuore,
per essere amata.
(Dal Talmud)
UN BLOG PARTICOLARE
Messaggi del 20/11/2024
Post n°1963 pubblicato il 20 Novembre 2024 da Vince198
Con le fredde notti d’ottobre E ancora una notte, ancora Ma rossodorato ora sorride .. Un altro pregevole autunno che amo “dipingere” in questo post, una mutazione – si sa - naturale che, pur replicandosi ogni anno, presenta una “colorazione” diversa, impressa dalle pennellate del poeta tedesco: un fenomeno che viene interpretato in modi diversi, impronte indelebili del passaggio di mani delicate nel mondo così variegato della stessa poesia. Stasera la mia attenzione è rivolta appunto ad Hermann Hesse, a questa sua poesia però, lo dico con grande sincerità, preferisco l’Hesse scrittore di cui ho apprezzato le elevate capacità di appassionare, quasi incollare gli occhi su romanzi altamente coinvolgenti fino alla parola “fine”. Diverso tempo fa, 30anni circa son passati da quella volta, ho iniziato ad approfondire la letteratura di Hesse leggendo suoi splendidi racconti, fra cui – cito a memoria senza un ordine cronologico - Camenzind, Il gioco delle perle di vetro, Narciso e Boccadoro, lo splendido “Siddharta”, Il lupo della steppa, Sull’amore e Demian. Questo autunno, nell’incedere dei versi, sì trasmette il cambiamento dai vividi colori estivi in quelli autunnali, però nell’osservazione di un albero, inizialmente tinte forti e contrastanti, vivaci che lo adornano. Come poi ben sappiamo, all’avvicinarsi della stagione invernale, le foglie lentamente mutano colore, perdono forza perché viene loro a mancare la linfa e un po’ alla volta si staccano dai rami e cadono per terra. Improvvise folate di vento le portano via in un turbinio d’aria che si sposta qua e là rapidamente, senza una precisa meta. |
INFO
JESHUA
A. Carracci
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il 18/03/2025 alle 18:59
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il 18/03/2025 alle 09:01