Agorà

Prodi: la maggioranza ha capito che non si può giocare


Prodi dice: «Non era una cura, è stato un malore, è stata una crisi. Ma da certi malori si esce rinvigoriti»ROMALa crisi di governo «è stata salutare», secondo Romano Prodi, perché ora tutti, partiti e singoli parlamentari, hanno capito che «non si può giocare». Prodi dice: «Non era una cura, è stato un malore, è stata una crisi. Ma da certi malori si esce rinvigoriti. Tutti i singoli parlamentari, ipartiti, messi di fronte alla realtà della crisi e anche alla ristrettezza del margine per non fare giochini. Questo è importante». Il presidente del Consiglio ha poi annunciato che ritirerà le deleghe ai sottosegretari che non si dimetteranno da parlamentari. E sulle riforme? Se si avviasse un vero dialogo in Parlamento per cambiare la legge elettorale sarebbe «saggio» rinviare il referendum, ritiene il presidente del Consiglio. «Serve una legge elettorale che non spossessi i cittadini. Adesso la lista dei parlamentari è forzata, messa dai partiti, ci sono candidature plurime. Uno non sa assolutamente chi va in parlamento». Secondo il leader dei Ds, Piero Fassino la riforma elettorale può procedere secondo un percorso ordinario: «La proposta che noi avanziamo intende usare gli strumenti parlamentari ordinari affinchè il confronto sulla riforma della legge elettorale avvenga nelle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato». Timori e cautele arrivano invece dal leader dell’Udeur Clemente Mastella che non accetta «nessuna preclusione pregiudiziale» e avverte: «L’idea goffa, espressa da qualcuno, di mettere da parte i piccoli partiti non è accettabile.Non è vero che i piccoli partiti devono scomparire:i piccoli partiti c’erano anche nella Prima Repubblica, l’unica cosa che non vedo oggi sono i grandi partiti».