Agorà

Mussolini razzista


 Nascosto da De FeliceRoberto RoscaniMillenovecentotrentotto. L’anno delle leggi razziali. L’anno in cui il fascismo dà al razzismo e all’antisemitismo una dimensione teorica e politica definitiva. Ad agosto, per iniziativa diretta di Mussolini esce La difesa della razza. A pagina cinque, subito dopo la presentazione della rivista diretta da Telesio Interlandi, un articolo con un titolo apparentemente anodino: Razza e percentuale. Quaranta righe secche e soprattutto anonime per cancellare un libro a suo modo famoso, i Colloqui con Mussolini firmato da Emil Ludwig e datato 1932. Sei anni prima Mussolini aveva detto al giornalista che nell’Italia fascista non c’era antisemitismo, che «razza … è un sentimento, non una realtà; il 95% è sentimento». Ora questa pagina vuole rovesciare quelle affermazioni: «Fermiamoci sulla data: 1932. Da allora molti avvenimenti sono accaduti… uno di essi li sovrasta tutti: il nuovo impero di Roma. E il secondo è che l’antifascismo mondiale è di pura marca ebrea».Chi è, nel 1938, l’anonimo difensore del Mussolini del 1932? Semplice è Mussolini. La certezza ce la dà un saggio di Giorgio Fabre che sta per uscire sul numero 65 dei Quaderni di storia (in libreria a giorni). L’autore (due anni fa era uscito per Garzanti il suo Mussolini razzista) ha rintracciato all’Archivio centrale dello Stato il manoscritto originale completo persino del titolo che il Duce fece avere a Interlandi proprio mentre La difesa della razza stava uscendo dalla tipografia.Continua