Lei è rimasta seduta in penombra e lo osserva dall'alto di una poltrona...le lunghe gambe avvolte come bianche spire di serpente.Lo guarda dormire il sonno dell'orgasmo,di quell'amplesso consumato in fretta e silenziosamente.Non si sono parlati i due che a malapena conoscono l'uno il nome dell'altro...non occorre,la loro carne sussurra per loro quelle parole che non avranno mai il coraggio di dirsi.Lei dischiude le gambe e si alza...con fare lento e ondeggiante,il serpente bianco avanza verso l'uomo...poggia i palmi delle mani sul bordo del letto e striscia su un fianco.Attraverso la sottile coltre,segue le linee sinuose di quel corpo virile...annusa l'aria il crotalo femineo quell'aria che sa di foresta e mare...di freddo gelido e caldo rovente...dei gemiti di altri amanti.Allungando una mano,sfiora il collo di lui con un dito...quella carne appena visibile sotto la chioma fluente e madido di sudore.Scende tremolante lungo il sentiero setoso della schiena...I muscoli guizzano...si ridestano dal sonno,si abbandonano al tocco del serpente.Penetra in lui con la lingua biforcuta...con le dita...il desiderio di sentire come lui sente,di essere carnefice invece che vittima...mischiando il suo veleno al proprio.Dall'altra parte della stanza,quella poltrona di velluto rosso...unica spettatrice immobile di quel pasto.Amithiel
_Quella poltrona di velluto rosso_
Lei è rimasta seduta in penombra e lo osserva dall'alto di una poltrona...le lunghe gambe avvolte come bianche spire di serpente.Lo guarda dormire il sonno dell'orgasmo,di quell'amplesso consumato in fretta e silenziosamente.Non si sono parlati i due che a malapena conoscono l'uno il nome dell'altro...non occorre,la loro carne sussurra per loro quelle parole che non avranno mai il coraggio di dirsi.Lei dischiude le gambe e si alza...con fare lento e ondeggiante,il serpente bianco avanza verso l'uomo...poggia i palmi delle mani sul bordo del letto e striscia su un fianco.Attraverso la sottile coltre,segue le linee sinuose di quel corpo virile...annusa l'aria il crotalo femineo quell'aria che sa di foresta e mare...di freddo gelido e caldo rovente...dei gemiti di altri amanti.Allungando una mano,sfiora il collo di lui con un dito...quella carne appena visibile sotto la chioma fluente e madido di sudore.Scende tremolante lungo il sentiero setoso della schiena...I muscoli guizzano...si ridestano dal sonno,si abbandonano al tocco del serpente.Penetra in lui con la lingua biforcuta...con le dita...il desiderio di sentire come lui sente,di essere carnefice invece che vittima...mischiando il suo veleno al proprio.Dall'altra parte della stanza,quella poltrona di velluto rosso...unica spettatrice immobile di quel pasto.Amithiel