Tracce di rossetto.

Bulimia e anoressia.


 “Ma che roba leggi?”, esclamai il giorno di ferragosto alla mia vicina d’ombrellone, che non staccava mai lo sguardo dal libro, che stava voracemente fagocitando. Certa, in cuor mio, che si trattasse di una delle innumerevoli pubblicazioni, rivolte esclusivamente al pubblico femminile, lasciai intendere alla mia amica di non essere affatto interessata alla lettura di una delle tante pruriginose storie di sesso, soldi e adulteri vari, che pullulano nelle edicole. Con mia grande meraviglia, viste le insistenze dell’amica, che aveva acquistato nella più popolare libreria di Milano Marittima il libro, divenuto poi l’oggetto del contendere, ho scoperto che JAMIMA J., UN AMORE NELLA RETE, altro non è che un concentrato dei mali e dei pericoli, intrinseci nella realtà quotidiana del terzo millennio. Il romanzo, edito in Italia per Sperling Narrativa Paperback nel 2001, non si caratterizza affatto per contenuti leggeri e scontati, ma anzi, scava nella complessa e conflittuale interiorità di una giovane donna obesa, emarginata dalle sue coinquiline petulanti, oserei dire, opportuniste ed anoressiche e sfruttata sul posto di lavoro per il suo straordinario talento di brillante cronista, ma relegata al semplice ruolo di articolista. Spassosissime, benchè inclementi sono le pagine di apertura del romanzo, dalle quali trapelano tutte le ansie e le frustrazioni della protagonista Jamima, la quale sfoga il suo perenne complesso di inferiorità sfogliando, durante le pause alla redazione del KILBURN HERALD, le riviste patinate con top-models mozzafiato, ingurgitando al contempo ogni ben di dio, dai panini imbottiti di strati plurimi di formaggio, alternato a carne, wurstels e salse, sino alle paste stracolme di crema e panna montata e per finire con le immancabili barrette di cioccolato al latte. Sotto il suo mastodontico peso, la goffa protagonista trascina la propria esistenza tra l’ufficio, i bar e supermercati, dove non resiste ad alcuna tentazione alimentare ed il letto, dove la immaginiamo ogni sera con la sua elefantina prestanza, sgranocchiarsi patatine ed arachidi, come ammazza-tempo, davanti alla TV, mentre le antipatiche, cinguettanti coinquiline, caracollando sui loro tacchi a spillo, escono, raccomandandosi che faccia la brava (vale a dire che non tocchi più cibo, almeno sino all’indomani). A stravolgere e a sconvolgere la routine della nostra protagonista londinese sarà un incontro casuale in chat con Brad, un intrigante giovanotto americano, amante del fitness, nonchè proprietario di una rinomata palestra di Los Angeles. Jamima scopre, giorno per giorno, davanti allo schermo impersonale del p.c. di aver incontrato l’uomo della sua vita, di sfolgorante bellezza e di straordinaria sensibilità.I problemi cominciano quando la nostra simpatica cicciona deve ricambiare la cortesia di Brad, inviandogli una sua foto. Il romanzo, sino a questo momento narrato in prima persona, con scorci pieni di brio e auto-ironia, assume via via i contorni di una narrazione drammatica, che fa da cornice alla metamorfosi di Jamima.A Los Angeles la protagonista giungerà con più di 50 kg in meno, ma le vere sorprese non sono ancora cominciate. Un libro di pungente, spietata attualità, sempre a mezza viatra l’apparire e l’essere, che mette a nudo tutte le fragilità dell’uomo con le sue perenni contraddizioni.La creazione di un’identità artefatta, cioè quella che si può offrire di se stessi attraverso una conversazione virtuale in chat e la fatica di essere magri e belli a tutti i costi sono temi di scottante attualità, che l’autrice mette in luce senza finti pudori. Si tratta certamente di un libro che appassiona e coinvolge, perchè il lettore o la lettrice coglie anche solo in parte, vizi e virtù, sogni ed aspettative della propria realtà quotidiana.