Per me

Alcuni termini napoletani loro significato e traduzione


ZARRO:  e ‘ pigliate nu’ zàrro;  frase ricorrente nella forma dialettale partenopea. Ostacolo sull’acciottolato: col carretto o a piedi nun’piglià o zàrro. Pietra sporgente su cui si è andati a cozzare.  FETECCHIA: e’ fatte fetecchia ; Sei andato a vuoto; hai preso una cantonata; non hai indovinato;non hai centrato il bersaglio;  hai fatto cilecca; sei andato a buca;Parola considerata a torto volgare in quanto accostata per un determinato periodo in maniera inesatta a scorreggia non rumorosa. TURZO :  sì nu’ turzo ; sei un babbeo; sei un credulone, sei un fesso; sei incredibilmente ingenuo tanto da farti raggirare; sei uno sprovveduto; sei uno sciocco; sei un’incapace.Parola associata a torso, di frutta, di stelo, di gambo,di verdura NZORFARE:  Accendersi di collera; alterarsi strepitando;                             La parola ha origini dalle frequenti eruzioni verificatesi; opera tutta dello zolfo quindi zorfo, da cui nzorfare. Attualmente usata anche come nzurfare. NCIARMARE:  Prendere, maneggiare, mettere insieme, attivarsi per trovare una soluzione momentanea, ricavare da quello che è rimasto qualcosa di buono, un’insieme di idee che consentono un piano, creare in pochi istanti un programma valido. Pare che l’origine non sia francese e nemmeno latina, più probabile che sia di origine toscana, da ciurmare, ciurmatore. NFONNERE:  Me‘sò nfùso; mi sono bagnato; bagnare, Gettare acqua su qualcuno o qualcosa. Nfùso sott’o chiovere: tipica espressione dialettale partenopea che lascia intendere l’essenza stessa dell’azione. L’origine della parola  proviene dal latino infundere. NTROPPECARE: aggio ‘ntruppecato, sono inciampato, ho fatto capitombolo, mi sono ribaltato. FARENELLA "Si 'nu farenella" Nessuna attinenza col grano e suoi derivati. L'origine del termine va ricercata nel mondo teatrale ove gli attori così come oggi attraverso iltrucco tendevano ad apparire belli. Una bellezza che accoppiata ad una svenevole galanteria rasentava l'effemminato. AMMACCHIARE Di certo proviene da macchia o macchiare, nel tempo ha subito un'evoluzione che l'ha portato a perdere questo significato. A Napoli sta per nascondersi, inselvarsi, (nun 't ammacchià) non confonderti tra gli altri CUFECCHIA Di origine greca. Inizialmente cofecchia trasformato nel tempo in cufecchia. Sta maliziosamente a sottolineare una sottile trasgressione; burlare un tipo, inciuciare, sparlare con piccole falsità, spettegolare  SCHIZZECHIA Oggi schizzichea. E' uno dei termini del dialetto napoletano portato ad esempio per la sua peculiarità.La traduzione risulta dura e non renderà mai giustizia alla completezza del ns. schizzichea. Pioviggina, pioggia sottile, spruzzi d'acqua LAVINARO Strada di Napoli ove venivano confluite le acque piovane provenienti dalle colline. Queste acque ristagnavano emanando odori sgradevoli. Questa associazione faceva sì che per Lavinaro s'intendesse luogo invaso da acque e scarsamente igienico. IACOVELLE Da un personaggio della commedia italiana, certo Giacomo Coviello. Perdere tempo, tergiversare anche se in maniera simpatica, fare un giro di parole inutili senza arrivare al sodo. Pesone  O’ pesone cioè la pigione, da tempo immemorabile sta a significare la scadenza per i meno ambienti e non possessori di abitazione del pagamento del canone di locazione al proprietario dell’immobile. Indubbiamente è un peso, ma pesone non deriva da questo, ma  bensì da appeso, a rischio,  di chi si trova in una situazione di dipendenza con un debito da onorare periodicamente. Da questo deriva "o pesonaro" da chi vive con pigioni Chiommata Facile dedurre che la sua origine provenga dal piombo. Piombata, caduta giù; successivamente trasformato in  nchiummata e/o nchiummato, acquisendo il significato di bloccato, arrestato improvvisamente, fermato  all’istante, proprio come quando lanci il piombo che ha la caratteristica grazie alla sua struttura una volta caduto a terra di bloccarsi sul posto. Altro modo di dire:  “Se nchiummato ncopp’ o stommaco” Si è bloccato allo stomaco e mi crea una fastidiosa pesantezza; oppure “te sì nchiummato la’”  ti sei fermato lì e non ti sei più mosso. Anche in questo caso la traduzione non rende giustizia al nostro “nchiummato”  Janara Spesso usato in maniera dispregiativa sta a significare brutta donna, strega, maldicente, “Sì na’ janara (scritto anche ghianara) donna  facile ad ingiuriare. Associato anche a fattucchiera. Nel dialetto beneventano non esiste la strega, ma la janara. E' con tale nome infatti che si indica una donna, che possiede poteri magici, conosce le virtù delle erbe, pratica alcune operazioni mediche. Zizzenella  Bellissimo termine molto usato nel parlato quotidiano. Risulta facile ed intuitiva l’associazione al seno femminile  (a Napoli “zizze”). Il seno è sinonimo di allattamento, quindi  latte materno dolce e nutriente. “e truvato a zizzenella” hai trovato dove poter attingere il dolce; hai trovato la fonte che elargisce in maniera gratuita  ciò che cercavi; ti stai adagiando in una situazione a te favorevole. Naturalmente “e truvato a zizzenella” ha diverse interpretazioni a secondo del tono, ma il più delle volte è detto in maniera simpaticamente ironica.    Mazzamma Spesso usato in senso di disprezzo, sta ad indicare ogni genere di rimanenza. Ciò che rimane è spesso inteso come scarto, da cui “scartato a dint’e o ‘malamente”. Mazzamma racchiude in se il significato di un’insieme di cose o persone di qualità scadente.   Pe’ tramente  Stupendo avverbio di tempo partenopeo, nella forma italiana trova significato in  “nel mentre” oppure “per il momento”,  ”frattanto”  anche se questi non ne soddisfano in pieno il significato.