Per me

‘Na tazzullella ‘e cafè


Ne sorbiamo tre o più durante la giornata ( beh, io un pò in più..), ci rende nervosi, ne siamo consapevoli ma non riusciamo a farne a meno. E’ una pausa dal lavoro, è l’occasione per scambiare due parole con un amico, è la degna conclusione di una serata,  insomma è “ na tazzulella ‘e cafè “. Napoli è piena di caffè dove si può gustare la calda bevanda. Ma la vera storia del caffè si perde nella memoria. In un diario anonimo, conservato presso la Società di Storia Patria, si parla dei primi caffè che aprirono intorno ai primi decenni dell’800. In piazza Dante sorgeva un caffè molto conosciuto, proprietario di un  greco Demetrio Gallo, il quale fu indicato dalla cronaca del tempo come uno dei primi a portare a Napoli l’uso e l’industria del caffè in bevanda. La preparazione avveniva con metodo casalingo; nel retrobottega faceva bollire acqua e caffè in pentole di terracotta a la bevanda così ottenuta, offerta agli avventori in piccoli  e conici misurini di terracotta. Alla fine dell’800 e i primi del 900 i caffè raggiunsero l’apice, divennero punti d’incontro di politici, musicisti e poeti. La storia della città veniva così decisa davanti ad una buona tazza di caffè e non solo.  Via Toledo divenne così famosa per i numerosi locali; come non ricordare quello di via Taverna di fronte via S. Giacomo. Il caffè Trinacria punto d’incontro della Napoli bene. Ai suoi tavolini si incontrava Alexandre Dumas, il giornalista Pier Luigi Fiorentino. Un altro ospite illustre, durante il suo soggiorno napoletano, fu Giacomo Leopardi quando abitava al vico Pero, a S.Teresa degli Scalzi, il poeta aveva l’abitudine ogni pomerigio durante la passeggiata di fermarsi al caffè e prendere un gelato o un caffè.  E ancora come non mensionare il “Caffè del Commercio”, prima sala di Caffè-concerto a Napoli, per questa novità divenne raduno d’ingegni come Eduardo Scarpetta, Michele Bozzo, Achille Maieroni e ricorda Stellato tra i maestri suonavano Pietro Mascagni, Francesco Paolo Tosti.  Se ci spostiamo verso il molo c'è il famoso caffè del Molo ritrovo abituale di un gruppo di bohemien tutti di idee liberali, che nel luglio del 1829,  usò il locale come redazione di un giornale critico-letterario che chiamarono “Il Caffè Del Molo”. Epico fu lo scontro verbale tra il marchese di Caccavone e un epigrammista di talento, Francesco Proto, duca di Maddaloni. La lista dei caffè-ritrovi potrebbe continuare all’infinito, la loro storia spesso complessa per il susseguirsi di vicende, personaggi e storie ma una tazza di caffè a Napoli non si rifiuta mai, c’è chi lo beve nero senza zucchero, chi lo preferisce con una goccia di latte, chi corretto con qualche liquore purchè lo si beva in compagnia..