Per me

Post N° 346


Un giorno un piccolo grande uomo ha detto:"Gli uomini passano le idee restanorestano le loro tensioni moralie continueranno a camminaresulle gambe di altri uomini".E poi , amava sempre riferire una citazione di J.F.Kennedy:"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.Questa è la base di tutta la moralità umana."Ma, alle 17,48 su una pista dell'aeroporto di Punta Raisi atterra un jet del Sisde, è un aereo dei servizi segreti partito dall'aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E su quella pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, una squadra affiatatissima che aveva il compito di sorvegliare Falcone dopo il fallito attentato dell' 89 davanti la villa del Magistrato sul litorale dell'Addaura. La solita scorta con Antonio, Antonio Montinaro, Agente scelto della Squadra Mobile che, appena vede il "suo" Giudice scendere dalla scaletta, infilò la mano destra sotto il giubbotto per controllare se la pistola era a posto.Ok, è tutto a posto, non c'è neanche bisogno di sirene.. Alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il Direttore Generale degli Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo.Tutto sembra tranquillo, ma non è così...Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo 8 minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie.La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone, corre seguita da altre due Croma, quella bianca e quella azzurra. Sulla prima c'è il Giudice che guida, accanto c'è Francesca, sua moglie,anche lei Magistrato. Dietro l'autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto...due minuti... la campagna siciliana..l'autostrada.. l'aeroporto che si allontana...quattro minuti...cinque minuti.......  Booom!!!!!!   Un telecomando, un assassino e cento chili di tritolo e plastico fanno di quel tratto di autostrada un inferno..Viene definito massacro "alla libanese" perchè serve per colpire e non lasciare scampo...E così, Alle 17,59:  l'autostrada Trapani-Palermo viene investita da un'esplosione, la Croma marrone non c'è più... La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà solo Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori.ho visto l'auto, perchè, su iniziativa di Gian C. Caselli, nel 2000, l'Amministrazione Penitenziaria ottenne in via definitiva i resti dell’auto, a bordo della quale si trovavano Falcone e sua moglie.
L’autovettura, simbolo dell’estremo sacrificio nella lotta alla criminalità mafiosa, resta esposta permanentemente presso la Scuola di Formazione del Personale di Polizia Penitenziaria di via di Brava a Roma. L’Amministrazione Penitenziaria ricorda così i martiri di Capaci, perché il loro sacrificio sia testimonianza e monito, in particolare per i giovani, dell’ adempimento del proprio dovere, nell’esclusivo interesse del servizio pubblico, senza compromessi. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi! Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine..E così, quell'ora, le 17,59 si compie la più infame delle stragi e quell'ora diviene l'ora del massacro, l'ora dell'infamia, dell'orrore, della morte..E quel giorno, i boss di "Cosa Nostra" cancellano in un attimo il simbolo della lotta alla mafia. A Falcone, fu Buscetta ad annunciarglielo: "L'avverto, signor Giudice, dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".Falcone continuò ad interrogarlo..."Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande". G. Falcone.Il vero e proprio mandante non è stato mai trovato, si sa solo che a detta dell'ultimo pentito di mafia (Giuffrè), la morte di Falcone e quella di Borsellino poi, furono decise prima della strage, dai boss che avevano avviato "una sorta di consultazione in settori imprenditoriali e politici", in pratica un sondaggio preventivo di Cosa Nostra. Falcone e poi Borsellino... E poi nel corso degli anni i capi della Cupola sono stati catturati uno dopo l'altro. Fino all'ultimo arresto di Provenzano, l'ultimo dei Corleonesi. I protagonisti di quella vicenda siciliana sono ormai quasi tutti morti o sepolti in carcere. I superstiti, scampati o testimoni di rango, si sono chiusi in un profondo silenzio. Normalmente le organizzazioni criminali - e segnatamente Cosa Nostra - preferiscono delitti silenziosi (tipico lo strangolamento) che, da un lato, richiamano meno l'attenzione e consentono anche la distruzione del cadavere per occultare la prova del crimine, ma, dall'altro esprimono messaggi ben comprensibili nell'ambiente ove sono realizzati. Talvolta, peraltro, il gruppo criminale ha necessità di inviare un messaggio forte che rompa il silenzio dal quale usualmente preferisce circondarsi e nella valutazione costi-benefici, che anche ogni scelta delittuosa implica, i secondi sono considerati perseguibili solo con azioni clamorose.Questo è avvenuto, nel 1992 - il 23 maggio ed il 19 luglio - con le stragi di Capaci e di via D'Amelio. ...Ci sono stata sotto casa sua, ho visto "l'albero di Falcone", ho letto centinaia di messaggi, ho lasciato il mio, sono stata anche dove sono stati sepolti, sia lui che Borsellino, e la cosa che mi ha sconvolto è che le loro tombe siano presidiate giorno e notte da soldati.  *(ci manco dal '99 a Palermo e mi dice una persona che forse adesso non lo sono più).E mi domando come tutti: come mai il Giudice Falcone si muoveva con mezzi che dovevano rimanere coperti dal più sicuro riserbo???...Inoltre, quel tragico giorno, ho potuto sentire gli applausi e le urla di gioia dei detenuti, ma da quel giorno è stato introdotto e reso più efficace  il "41 bis" della legge 26 luglio '75, n. 354( in materia di sospensione delle normali regole di trattamento penitenziario tratta dell'applicazione del carcere duro per i boss e poi esteso ai condannati per reati di "terrorismo e di eversione").Denominato: "Superdecreto Antimafia" Scotti-Martelli.L'articolo 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario, che per la verità,all'inizio prevedeva una scadenza, invece è stato sempre prorogato. L'Articolo in questione, prevede il carcere duro per mafiosi e altri pericolosi criminali. Ma, anche se duro, come ogni -buona cosa- ha delle falle purtroppo... Comunque, questo fa si che i detenuti siano divise in due categorie: 1) " AS"(Alta Sicurezza) 2) "Comuni". Agli AS sono limitate le ore d'aria, i contatti tra i detenuti, i colloqui coi familiari, hanno la censura della posta, ecc.; inoltre, agli AS sono rifiutati i permessi e le misure alternative (affidamento, semi-libertà, detenzione domiciliare),concessi ai detenuti "Comuni". Ma, per esperienza personale, posso dire che il carcere non ha mai costituito un deterrente efficace nei confronti della delinquenza mafiosa, camorristica e non. Specialmente perchè, un mafioso, un camorrista mette sistematicamente in conto di finire in carcere prima o poi; e, conseguentemente all'incarcerazione di un capomafia, o capoclan, viene spesso nominato un sostituto al suo posto in modo che l'organizzazione possa continuare ad operare anche in sua assenza(talvolta sono sostituiti dalle mogli), inoltre, talvolta la detenzione serve per accrescere il proprio prestigio personale.Diciamocelo chiaramente, il carcere non ha mai rappresentato un luogo di afflizione e di isolamento dai contatti esterni, e spesso o sempre è per lo più un luogo di reclutamento di nuove leve e di incontri tra mafiosi e camorristi.Devo dire anche che dal punto di vista dell'ordine interno, generalmente i detenuti mafiosi, camorristi, non creano particolari problemi, notoriamente vengono descritti come detenuti modello, difficilmente, anzi mai, vengono puniti,  perchè difficilmente litigano e non sono sgarbati sia con il Personale che con i Diretti Superiori, sono pacifici e tranquilli. Sanno cosa spetta e non sono insistenti, rispettano e vogliono rispetto.Ma, questo però, consente anche a loro di tenere lontana l'attenzione del Personale penitenziario, per poter meglio individuare gli spazi che gli permettono una maggiore libertà di azione all'interno del carcere. ...Eh, convivendo con loro impari tutto ;-)"La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine.Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni".Che parole, eh!!(Giovanni Falcone) cos'è la Mafia: http://digilander.libero.it/inmemoria/la_mafia.htm Eugenia Claudia, Clo