Per me

Post N° 585


"Accoltellata e violentata davanti ad una stazione ferroviaria di Roma Nord".......ma poteva accadere in una qualunque stazione ferroviaria di una qualunque città o paese d'Italia.Eppure era la fine di ottobre quando Giovanna Reggiani, fu brutalmente seviziata, stuprata e uccisa, da uno dei tanti rom dei campi nomadi che infestano Roma e dintorni. Ultimamente a Milano ci sono stati tre stupri in 10 giorni, mentre è di qualche giorno fa la notizia dello sfogo di una ragazza napoletana che venne stuprata nel 2006: una ragazza che ha creduto nello Stato e nella giustizia, si è dedicata a tutti i suoi obblighi di testimone d´accusa, ha riconosciuto gli aggressori ed è tornata ad accusarli. Lei non mai ha chiesto un risarcimento ed ha denunciato solo per ottenere giustizia e per dare un esempio a donne più fragili che non trovano il coraggio di farlo. Sapete cosa ha ottenuto? Niente di niente: ha solo messo a rischio la serenità dei suoi genitori anziani... E ora? Il giovane diciassettenne stupratore che confessò il reato è già fuori, libero. A luglio, sette mesi dopo il fatto, ci fu la sentenza di primo grado: condannato a tre anni per la violenza, a fronte dei cinque anni e otto mesi chiesti dall´accusa. Tre suoi complici, a due anni per la rapina. Ma per questi ultimi c´è stato l´indulto, per cui sono stati subito scarcerati. In realtà, nessuno di loro ha fatto anche un solo giorno di carcere, perché il Tribunale dei minori li aveva trasferiti in una Comunità di recupero. La sentenza in secondo grado confermò i tre anni per lo stupratore che rimase in carcere fino alla decorrenza dei termini. Poi, anche lui è tornato a casa. E dunque, perchè ci stupiamo? Anche il figlio di Riina ed altri criminali sono usciti così: giustizia troppo lenta, lenta e perciò stesso colpevole essa stessa...Oggi la ragazza dichiara che:"Se una ragazza venisse da me a dirmi: -Sono stata violentata-, le risponderei: "Soffri un poco e poi nessuno ti riaprirà più la ferita". Perché quello che è successo a me è allucinante. Mi costa dirlo, ma se rivivessi uno stupro non denuncerei".Una volta preso, lo stupratore viene analizzato dagli Assistenti Sociali, dagli Educatori, dai Psicoterapeuti. Alla luce dei fatti che si succedono ed a quegli esami, si tratta in verità e con ogni evidenza, di una spesa veramente superflua: non può essere considerato utile, usare i soldi pubblici per scandagliare quei tre grammi di materia grigia, - quando pure esista - in funzione di un presunto , improbabile “recupero”, mentre intanto la vittima viene abbandonata a se stessa. Magari con il solito sospetto inoculato dagli stessi autori della violenza: " femmina = puttana".E non è neanche bello leggere sulle cronache che un Sindaco ha investito i soldi dei cittadini del suo paese nella difesa legale (organizzando per 40 mila euro un concerto cittadino), per un gruppo di abominevoli mascalzoni che hanno stuprato in gruppo e per ore una ragazzina di 15 anni, impegnandoli anche nei cantieri scuola grazie ad una lettera circostanziata delle assistenti sociali del Tribunale dei Minori di Roma. Per favorire il loro “recupero”, si è detto... Chi, e con quali mezzi, vale la pena di chiedersi, riuscirà mai a “recuperare” la psiche di quella ragazza? Devo confessare: mi inquieta molto la prassi consolidata secondo la quale un Comune aiuta le "persone che hanno problemi con la giustizia”. Questa impostazione sociale potrebbe essere reputata opportuna se apparisse risolutiva del problema. Ed invece, le nostre carceri sono nuovamente stracolme di gente che dopo essere stata rimessa in libertà, grazie all’indulto, oggi è tornata ad affollare le celle. Mi sembra di assistere al triste spettacolo di uno Stato in preda ad un attacco di schizofrenia, che da un lato persegue il crimine e dall'altro cerca di difendere gli accusati. Senza contare che il sistema giudiziario prevede comunque lo strumento della difesa d'ufficio, per cui non si capisce perché questa tutela debba essere rafforzata da un altro organismo dello Stato.E pur vero che fino alla condanna definitiva si deve essere reputati non colpevoli: ma tornando alla vicenda della quale ho parlato più sopra, in rapporto al principio della presunzione di innocenza, va tenuto conto che essa ha avuto come protagonista una banda di ragazzi che hanno assoggettato una ragazzina di 15 anni a violenze brutali e degradanti di ogni tipo e per diverse ore. Tra l'altro, come accade spessissimo, la difesa degli imputati ha tentato di far passare la poverina per una specie di ninfomane insaziabile, desiderosa di soddisfare le voglie di 8 maschi e ben felice di farlo: un "topos" che, sono costretta ad ammettere, esiste davvero nell'immaginario collettivo maschile, con rare eccezioni. Ma sono pochissimi ed articolati su basi patologiche, gli episodi nel corso dei quali si verifichi davvero una simile situazione. Del resto, la tesi dei responsabili dell’episodio tende a sollevare il fumus di un consenso della vittima, e la mentalità prevalente in questi tristi casi è che, in effetti, "lei se la sia cercata". Vero è che le violenze sessuali sono il frutto della "incultura" della sopraffazione, e di una visione distorta della sessualità. Esse appaiono come conseguenza del mancato riconoscimento della dignità e della libertà delle donne, oltre che di chiunque voglia manifestare la propria libertà di scelta in materia di sessualità.In Italia se sei donna ti tocca stare attenta a dove vai, con chi, a che ora, a guardarti le spalle e a subire le prediche di parenti, amici, psicologi e autorità, come forse non accadeva da quaranta anni, come se l'emancipazione fosse diventata tutt’ad un tratto di colpo un lusso e un rischio. Eppure nemmeno così sei salva. Nemmeno da anziana sei salva. Oggi la gente comune, quella come suol dirsi “di tutti i giorni”, quella che non abita le stanze di un Potere capace di sollevare una barriera insormontabile tra i suoi gestori e gli orrori con i quali ci si trova a doversi confrontare sempre più spesso, quella gente ha maturato una totale e pressocchè irrecuperabile sfiducia nella Giustizia. Eugenia