RADIO REBELDE

Una sola religione, una cultura unica, un'unica lingua e un'unica verità, e di tanto in tanto spade messianiche si levano per ripetere le gesta della redenzione

Creato da Darksideblues il 27/08/2006

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INDIFFERENTI

Post n°281 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da Darksideblues



“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

ANTONIO GRAMSCI, 11 febbraio 1917

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Commenti al Post:
bellabravabenestante
bellabravabenestante il 15/02/09 alle 09:54 via WEB
i partigiani comunisti hanno causato il dramma delle foibe. Quindi attenzione anche all'essere partigiani tout-court..e attenzione alle ideologie..hanno sempre risvolti drammatici, ahimè..L'equilibrio scevro da impennate emotive è necessario in ognuno..
 
 
Darksideblues
Darksideblues il 15/02/09 alle 10:23 via WEB
E' un pensiero corretto il tuo e lo rispetto. Tuttavia, credo che ti sia sfuggito il senso di questo pensiero gramsciano, ossia quello che si oppone a tutti quei qualunquisti che nella vita non prendono una posizione, salvo poi dolersi dei risultati. E' una logica del fare e dell'essere quella che sta dietro questa riflessione, non del parlare o del negare. Partigiani in senso "di parte", schierati. I partigiani comunisti (e ti ricordo che in mezzo a quei partigiani c'erano quelli del FUCI e di AC, ovvero i cattolici) hanno commesso le loro stragi, discutibili, condannabili, ecc... ma in un contesto nel quale la violenza sembrava l'unica risposta ad un regime violento.
 
giampi1966
giampi1966 il 16/02/09 alle 13:18 via WEB
Purtroppo siamo sempre di più indifferenti alle ingiustizie.
 
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